Editoria, L’Ora della Calabria: giornalisti pronti a occupare redazione
"Siamo pronti a occupare la redazione finché non verranno chiariti tutti gli aspetti che riguardano la liquidazione dell'Ora della Calabria". È quanto rendono noto in una nota il direttore del quotidiano, Luciano Regolo, e i giornalisti che continuano a denunciare "le continue privazioni dei più elementari diritti di lavoratori e il rischio che alla fine di queste operazioni poco chiare venga messo il bavaglio a una voce libera. Tutte le ragioni del gesto eclatante e gli aggiornamenti sulle ultime azioni del liquidatore della società editrice C&C Giuseppe Bilotta, nominato da Citrigno, verranno illustrate in una conferenza stampa – affermano ancora -che il direttore Regolo terrà, insieme ai giornalisti, nella sede dell'Ora della Calabria a Rende questa mattina, 25 aprile, alle 12.30. Al nostro fianco ci sarà il segretario del sindacato dei giornalisti della Calabria e vicesegretario della Fnsi Carlo Parisi. Questa - proseguono - è la nostra Resistenza: contro i soprusi e le trame oscure per conservare la nostra libertà di fare informazione e la libertà di tutti i cittadini di essere informati".
Questo pomeriggio il direttore Luciano Regolo ha affermato ancora: ''Leggo con sconcerto le dichiarazioni del senatore Tonino Gentile riguardo all'Oragate. Continua a definirsi vittima di un "progetto specifico" per le dimissioni da sottosegretario, pensando forse che a causa della cessazione delle pubblicazioni del quotidiano che dirigo non si levi più la voce nel ribadire la verità e quindi sia più facile intorbidare le acque. Il senatore dimentica che è stata aperta un'inchiesta della Procura di Cosenza su Umberto De Rose, che parlava in quei 16 minuti di telefonata da brivido a nome e per conto della sua famiglia, ma anche sul figlio stesso, Andrea Gentile, protagonista della notizia che si intendeva censurare.
L'accusa è "violenza privata" ai danni del sottoscritto e dell'allora editore, Alfredo Citrigno. Dimentica altresì lo scambio di sms tra Andrea Gentile e Alfredo Citrigno, e quello tra quest'ultimo e De Rose, il quale documenta che effettivamente lo stampatore e presidente di Fincalabra era in contatto con Gentile jr, al punto da sapere in tempo reale che Citrigno non stesse rispondendo al telefono. Le dimissioni di Tonino Gentile furono dovute semplicemente al fatto che - al di là delle responsabilità penali che andranno valutate dalla magistratura - eticamente sarebbe stato inaccettabile che un soggetto a nome del quale era stata compiuta una gravissima violazione della libertà di stampa entrasse a far parte del governo o che si andasse a consolidare il potere di una famiglia già fin troppo potente in Calabria - per quanto risulta da quella oscura telefonata - dal momento che suo fratello Pino Gentile è assessore regionale alle infrastrutture, lo stesso settore di cui lui era stato nominato sottosegretario. Il senatore Gentile non ha mai pubblicamente preso le distanze dalle parole di De Rose che in quella notte dell'Oragate disse di porsi come suo garante e molto esplicitamente annunciò che se non si fosse tolta la notizia relativa ad Andrea Gentile, il cinghiale ferito avrebbe ammazzato tutti, tanto più che, scandì al telefono lo stampatore, la notte tra il 18 e il 19 febbraio, Tonino stava per diventare sottosegretario.
Quindi se ritiene che sia De Rose l'autore del progetto specifico ai suoi danni (con il concorso di suo figlio che chiamò quella sera anche Citrigno per ringraziarlo di quanto avrebbe fatto, ossia convincermi a togliere la notizia che lo riguardava) lo dica, ce lo spieghi.Oppure quereli De Rose che parlava a suo nome se l'ha fatto indebitamente. Forse ha intenzione di farlo, altrimenti basta confondere le acque o attaccare tra le righe una testata che sta subendo una serie di vessazioni da noi denunciate oggi, anche alla presenza del segretario regionale dell'Fnsi, Carlo Parisi. La verità è che sia il senatore, sia Scopelliti di cui Gentile caldeggia l'elezione alle europee, hanno tollerato e anzi difeso la permanenza di De Rose ai vertici della finanziaria regionale, così come è verità che anche la Procura di Catanzaro ha aperto un'inchiesta sul rapporto di consulenza apertosi tra Fincalabra e Andrea Gentile, e sull'assunzione a Fincalabra di Lory Gentile, l'altra figlia del senatore''.