Caso Gentile. Pd: 150 segretari di circolo scrivono a Renzi per chiederne la revoca
“Caro Matteo, crediamo davvero che sia la volta buona. Speriamo, con la consapevolezza della sfida e delle difficoltà, che il tuo Governo possa rappresentare quella svolta che l’Italia e il Mezzogiorno attendono da tempo. Per questo non abbiamo compreso la nomina del Sen. Antonio Gentile a Sottosegretario alle Infrastrutture del tuo Governo. Sappiamo che non è solo il nostro Governo ma non possiamo accettare la nomina di chi si è macchiato del peccato più grave in democrazia: cercare di imbavagliare la stampa libera ed autonoma. Lo ha fatto per nascondere una notizia gravissima: l’indagine a carico del proprio figlio per le consulenze illegittime ricevute dall’Azienda sanitaria di Cosenza”.
Esordisce così la lettera che 150 segretari di circolo PD hanno inviato al premier Matteo Renzi, in merito alla vicenda riguardante il senatore Gentile, ormai balzata agli “onori” delle cronache nazionali, e nella quale se ne chiede la revoca dall’incarico di sottosegretario.
“Tutto questo accadeva – prosegue la missiva - mentre in Calabria aumentano gli sprechi, chiudono gli ospedali, non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza e il sistema sanitario è ormai al collasso. Non possiamo sopportare che Gentile sia stato nominato dal nostro Segretario di Partito, non possiamo accettare che un nemico della libertà di stampa venga a casa nostra parlando a nome del Governo, del tuo Governo”.
“Sicuramente ha sbagliato chi non ti ha messo nelle condizioni di giudicare ed evitare un errore così grave e dannoso per la Calabria. Per questo ora – proseguono i 150 firmatari - ci rivolgiamo direttamente a te affinchè il Sen. Gentile sia rimosso dalla carica di Sottosegretario e per dare il segnale a tutti i calabresi che anche la Calabria può #cambiareverso la legalità, la trasparenza, la libertà e la democrazia. Siamo sicuri che dimostrerai ancora una volta la giusta determinazione per governare l’Italia senza compromessi e senza paura di fare scelte coraggiose”.