Droga: processo “Varenne”, in appello ridotte cinque condanne
Si è concluso con cinque condanne ridotte e tre confermate il processo d'appello a carico di otto imputati coinvolti nell'inchiesta antidroga denominata "Varenne", scattata il 6 agosto 2012 contro una presunta associazione dedita prevalentemente al traffico di ingenti quantità di marijuana e hashish, operante a Catanzaro e provincia e con canali di approvvigionamento nella Locride e anche a Napoli, che in primo grado sono stati condannati a seguito del giudizio abbreviato.
La Corte d'appello di Catanzaro ha rideterminato la pena inflitta nei confronti di: Rhama Ungaro a due anni di reclusione e 12.000 euro di multa, pena sospesa (in primo grado aveva avuto 3 anni e 6 mesi di reclusione e 18.000 euro di multa); Francesco Varano alias "Varenne" a due anni e due mesi e 12.400 euro (in primo grado 3 anni 8 mesi e 18.665 euro); Francesco Agostino detto "Ciccio" a due anni e 12.000 euro, pena sospesa (in primo grado 3 anni 4 mesi e 16.000 euro); Saverio Agostino a un anno e 10 mesi e 4.000 euro, pena sospesa (in primo grado 3 anni 1 mese 10 giorni e 13.300 euro); Sergio Rubino a un anno e sei mesi e 6.000 euro (in primo grado 2 anni e 6.000 euro). Condanne confermate, invece, per Rocco Femia a 8 mesi di reclusione e 2.000 euro di multa; Alessandro Vecceloque Peroloque a 10 mesi 20 giorni e 4.000 euro; Domenico Amato a 2 anni 2 mesi e 10.000 euro.
Era stato lo stesso sostituto procuratore generale, al termine della propria requisitoria del 3 luglio scorso, a chiedere di confermare la colpevolezza degli imputati applicando tuttavia alcuni sconti di pena in virtu' dell'ultimo recente intervento legislativo in materia di stupefacenti, che ha appunto previsto pene meno lievi per le ipotesi di spaccio.
Il primo grado per gli otto imputati si è concluso il 28 novembre scorso con otto condanne parziali - a pene comprese fra 8 mesi e 3 anni e 8 mesi di reclusione -, e quello stesso giorno altre sei persone sono state completamente assolte. L'operazione "Varenne", condotta dalla Guardia di finanza, scatto' alle prime luci dell'alba del 6 agosto 2012 per l'esecuzione di un'ordinanza cautelare emessa dal giudice di Catanzaro, Maria Rosaria di Girolamo, su richiesta dei sostituti procuratori Simona Rossi e Vincenzo Capomolla, a carico di dieci indagati - sette finiti in carcere, due ai domiciliari, tra i quali un donna (cui è stata contestata la cessione di dosi di cocaina in cambio di prestazioni sessuali da parte di un soggetto minorenne), ed uno sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, dopo quasi tre anni di indagini, partite nell'estate del 2009.
Secondo la tesi dell'accusa, il gruppo criminale ricostruito nell'inchiesta, che sarebbe stato capeggiato da Rhama Ungaro - all'epoca dei fatti gestore di un autolavaggio a Roccelletta di Borgia utilizzato anche come luogo di incontro e smercio -, avrebbe acquistato per anni droga nella Locride e nel Napoletano per poi rivenderla nell'hinterland del Catanzarese, tenendosi al riparo dai controlli grazie ad un collaudato sistema di "auto staffetta", che accompagnavano i mezzi carichi di droga precedendoli, in modo da segnalare eventuali pattuglie delle Forze dell'ordine presenti lungo il percorso. (AGI)