Antimafia: Alleva (Istat), economia illegale vale 15,5 mld
In Italia il complesso delle attività illegali contribuisce "alla formazione del valore aggiunto del 2011 per circa 14,3 miliardi di euro, con un'incidenza dello 0,9% sul pil". Sommando anche l'indotto, "l'effetto totale dell'inclusione dell'economia illegale nel sistema dei conti nazionali e' stimato in circa 15,5 miliardi di euro di valore aggiunto, con un'incidenza di poco inferiore all'1% sul pil". Lo ha reso noto il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione antimafia.
In termini di consumi, ha spiegato Alleva, "la spesa delle famiglie per l'acquisto di prodotti e servizi illegali si attesta a circa 17 miliardi di euro, con un peso dell'1,7% sul complesso dei consumi finali". In particolare, "le attivita' legate al traffico di stupefacenti contribuiscono per circa due terzi alla formazione del valore aggiunto illegale (circa 10,5 miliardi di euro) e generano la quasi totalita' dell'effetto indiretto attribuito all'indotto (1,1 miliardi di euro), principalmente nei settori dei trasporti e della logistica". I consumi di sostanze stupefacenti "sono stimati in 12,7 miliardi di euro, di cui circa la meta' attribuibili al consumo di cocaina e un quarto all'utilizzo di derivati della cannabis". Le importazioni di sostanze stupefacenti sono valutate quasi 1,1 miliardi.
"La vendita di servizi di prostituzione - ha proseguito il presidente dell'Istat - genera un valore aggiunto di poco superiore ai 3,5 miliardi di euro. La spesa per consumi finali legata all'utilizzo dei servizi di prostituzione e' stimata in circa 3,9 miliardi di euro". Il contrabbando di sigarette, infine, "genera un valore aggiunto inferiore a 0,3 miliardi di euro" mentre i consumi finali dedicati al tabacco di contrabbando "producono una spesa di poco inferiore a 0,4 miliardi". (AGI)