Reggio Calabria, due arresti per usura

Reggio Calabria Cronaca

Nella mattinata di oggi, proseguendo una complessa attività d’indagine al termina della quale, nel mese di novembre 2014, vennero arrestati dalla Polizia quattro persone, ritenute responsabili, in concorso, del reato di usura, estorsione e violenza privata (in esecuzione di un decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla locale Procura della Repubblica), la Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato della di Villa San Giovanni, dopo ulteriori approfondimenti investigativi, hanno eseguito una ordinanza di applicazione di misura cautelare, a firma del Gip Antonio Scortecci, arrestando G.A., 25enne residente a Villa San Giovanni e A.I., 39enne residente a Campo Calabro. I due sono accusati, in concorso, del reato di usura ed estorsione.

L’indagine, supportata da attività tecnica e sviluppatasi per oltre un anno, avrebbe accertato l’operatività nel territorio di Villa San Giovanni e dei comuni limitrofi di persone che erano dedite a condotte usurarie e capaci di stringere in una morsa asfissiante imprenditori e professionisti.

L’operazione di oggi avrebbe permesso di stabilire che A.G , in qualità di mandante, e A.I., in qualità di esecutore materiale, in concorso tra loro, avevano elargito un ingente prestito, in più soluzioni, ad una delle loro vittime. Dopoche quest’ultima aveva pagato solo una piccola parte diquanto dovuto, i due uomini l’avrebbero costretto con aggressioni fisiche a restituire il capitale rimanente e gli interessi (ritenuti usurari perché superiori ai limite di legge nonché sproporzionati, considerando le concrete modalità del fatto e le condizioni di difficoltà economico finanziarie del debitore): una notevole somma che per pagarla la vittima sarebbe stato costretto a vendere un bene personalee ad emettere 18 cambiali da 500 euro mensili.

A.I. dopo le formalità di rito p stato rinchiuso nella Casa Circondariale di Reggio Calabria. Ad A.G. il provvedimento è stato notifica nella stesso istituto penitenziario poiché già in carcere per altro.