‘Ndrangheta: ergastolano ottiene permesso per lavoro esterno
Si aprono le porte del carcere in cui è recluso per Santo Barreca, 56 anni, pluriergastolano della frazione Pellaro di Reggio Calabria, detenuto da 25 anni. A conclusione di un complesso iter procedimentale curato dagli avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti e coordinato dal sostituto procuratore Giuseppe Lombardo è intervenuto il parere favorevole della Procura in merito all'ammissione del condannato al lavoro esterno.
Santo Barreca, già ritenuto organico all'omonima cosca operante nella zona sud della città calabrese, che un Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, sin dal febbraio 2011 ha considerato "completamente estinta", "era da tempo avviato - spiegano gli avvocati - verso il completo recupero al consorzio civile".
L'uomo aveva ottenuto dal Magistrato di Sorveglianza presso l'omonimo ufficio del Tribunale di Sassari una serie di permessi che gli hanno consentito di assentarsi temporaneamente dalla casa circondariale della città sarda per partecipare a manifestazioni esterme. "L'ergastolano Santo Barreca - spiegano i legali - in parziale esecuzione del programma connesso ai benefici di cui all'art. 21 O.P., da tempo espleta lodevolmente una giornata di volontariato presso la comunità alloggio per anziani (distante 40 Km da Tempio Pausania) che raggiunge ogni sabato con mezzo pubblico libero e senza vincoli di sorta uscendo la mattina alle otto per rientrare con le stesse modalita' la sera". Il detenuto è inoltre autorizzato all'uso di un'utenza telefonica mobile". Secondo il sostituto procuratore Lombardo "il regime carcerario di alta sicurezza nel quale il Barreca Santo è attualmente allocato ha perso sostanzialmente la sua efficacia e la sua finalità" concludendo in ordine all'invocata declassificazione del detenuto affermando che "la stessa è già avvenuta sul piano sostanziale".
Per gli avvocati Steve ed Aurelio Chizzoniti "l'ergastolano Barreca e' ormai pronto ad usufruire di ulteriori benefici alternativi alla detenzione quali permessi premio e semiliberta' alle cui conquiste "la già concessa autorizzazione al lavoro all'esterno è strettamente propedeutica". Gli stessi difensori hanno voluto sottolineare che "l'obbiettivo tenacemente raggiunto da Santo Barreca non soltanto premia un percorso di adamantino recupero dello stesso ma essenzialmente traduce una eloquente vittoria dello Stato nel cui contesto è dimostrato che la finalità detentiva volta al recupero del condannato non è soltanto un'astratta e quasi surreale previsione ex art. 27 della Costituzione".
I due legali sottolineano anche "il ruolo di fondamentale centralità della Procura della Repubblica nonchè del personale direttivo ed esecutivo operante presso le strutture penitenziarie, soprattutto quelle di Spoleto e Tempio Pausania, dove Santo Barreca è stato detenuto". (AGI)