Operaio ucciso e bruciato, due piste per indagini
Sono due le piste investigative su cui ruotano le indagini per l'omicidio di Antonio Aloi, il trentanovenne di Catanzaro rinvenuto semicarbonizzato, ieri sera, in un casolare abbandonato di Simeri. Gli inquirenti, pur non escludendo ancora alcuna ipotesi, stanno setacciando la vita privata dell'operaio edile e il giro di droga del Catanzarese. Nel passato della vittima ci sono alcuni fatti che vengono ritenuti interessanti. Intanto l'arresto per maltrattamenti in famiglia, avvenuto nel 2009, quindi le frequentazioni dell'uomo nel giro della droga. L'esecuzione avvenuta nella serata di ieri con quattro colpi di pistola calibro 7,65, seguiti dal rogo che ha bruciato parzialmente il corpo, dimostra che chi ha ucciso non voleva lasciare tracce. Anche se le fiamme non si sono sviluppate come, forse, l'assassino o gli assassini volevano, dal momento che sono state domate in pochi minuti dai Vigili del fuoco allertati da alcuni automobilisti di passaggio. Nella giornata di oggi, o al massimo domani, dovrebbe svolgersi l'esame autoptico affidato al medico legale Federica Colosimo dell'Universita' "Magna Graecia" di Catanzaro. Nelle indagini e' anche emerso che l'uomo sarebbe stato portato nel casolare ancora vivo, e qui sarebbe stato ucciso e dato alle fiamme.