Delitto Aloi, resta in carcere il presunto omicida
Resta in carcere il trentunenne Alfredo Trapasso, accusato dell'omicidio di Antonio Aloi, 39 anni, avvenuto lo scorso 19 settembre nelle campagne di Simeri Crichi. Lo ha deciso oggi il tribunale del riesame che ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati Nicola Cantafora e Luigi Falcone, i quali avevano chiesto la scarcerazione o quantomeno l'attenuazione della misura restrittiva. Secondo i giudici, dunque, tengono le accuse nei confronti di Trapasso che avrebbe ucciso Aloi in un casolare abbandonato di Simeri Crichi, dove poi il cadavere e' stato rinvenuto semicarbonizzato. I difensori avevano provato ad evidenziare gli elementi discordanti, a loro dire, nella ricostruzione dei fatti, smontando anche le dichiarazioni dei congiunti della vittima, secondo i quali i due si sarebbero allontanati insieme prima che Aloi venisse ucciso. Secondo l'accusa, invece, Trapasso avrebbe portato Aloi nel casolare, poi lo avrebbe ucciso e dato alle fiamme, che pero' non avevano distrutto completamente il corpo, ne' il telefono cellulare della vittima, rinvenuto vicino al cadavere. Una settimana dopo il delitto, i carabinieri della Compagnia di Sellia Marina e del Reparto operativo provinciale avevano individuato proprio Trapasso come l'assassino, a causa di alcuni dissidi che sarebbero nati nel giro dello spaccio di droga nel capoluogo di regione. Indagini, tra l'altro, ancora aperte per verificare se Trapasso possa essere stato aiutato nel compiere il delitto e dare fuoco al corpo.