Chiusura uffici postali di Campoli e Caulonia, Pacifici (CGIL): si ricorra al Tar
Anche questa volta il conto lo pagheranno i cittadini. Questo è l’epilogo della vicenda che vede i cittadini di Campoli di Caulonia, e non solo, costretti a protestare per le scelte di riorganizzazione portate avanti da Poste Italiane che prevede la chiusura dell’ufficio postale giorno 7 settembre.
“Chiudere completamente gli uffici dei nostri comuni dell’entroterra si traduce in infiniti disagi soprattutto a danno delle fasce più deboli delle popolazioni costituite per la stragrande maggioranza da pensionati”. È quanto sostiene Mimma Pacifici, Segretario Generale CGIL Reggio Calabria – Locri.
Il disagio deriva anche dall’assenza di un sistema di trasporto pubblico urbano in molti comuni inesistente ed extraurbano inadeguato che costringerebbe i pensionati a prendere la corriera la mattina per riscuotere la pensione presso lo sportello postale più vicino per poi rientrare la sera con la prima corriera utile.
“Lo sforzo che come organizzazione sindacale chiediamo a Poste Italiane – dichiara Mimma Pacifici - è quello di garantire soprattutto nelle aree interne questo ultimo presidio di presenza dello stato , che possa offrire la possibilità di effettuare le operazioni di normale amministrazione come pagamento bollettini postali, pagamento delle pensioni, versamenti sui libretti ecc...”.
“La chiusura degli uffici postali - continua Mimma Pacifici - deve avvenire previa comparazione anche degli interessi della cittadinanza, le Poste infatti sono un servizio universale che deve essere garantito.
Invitiamo la deputazione calabrese, e, in particolare il Presidente della Giunta Regionale e i Sindaci dei comuni interessati – conclude la Segretaria Generale della CGIL Reggio Calabria- Locri - ad impedire la chiusura degli uffici postali, attivando tutti gli strumenti utili per modificare l’atteggiamento di Poste Italiane e in ultima ratio a ricorrere al Tar per impedirne la chiusura.”