“Mediterraneo possibile” a Civati: “Ti aspettiamo a Crotone”
Riceviamo e pubblichiamo una lettera del comitato territoriale di Crotone "Mediterraneo possibile" indirizzata a Pippo Civati. Nella lettera il comitato chiede allo stesso Civati di fare un salto a Crotone, dove “Possibile diventa lo spazio che mancava per rilanciare una politica attenta alle esigenze del Sud Italia”.
“Ciao Pippo, ti diamo del "tu" come si dà a un amico, uno di cui ti fidi e con cui condividi spazi, pensieri e tensioni ideali, perché, noi, come te, siamo certi che in Italia un nuovo inizio sia "Possibile".
E' "possibile" mettere insieme persone che hanno desiderio ed entusiasmo di partecipare e di contribuire, con idee e esperienze, alla politica. Per questo abbiamo scelto di costituire anche a Crotone un luogo in cui poter scrivere, speriamo, il nostro futuro in modo diverso. Una sorta di rinascimento civico cui ha contribuito, non poco, la crisi sociale prima ancora che economica e le scelte di chi governa in totale contrasto con il buon senso, con i bisogni, con la bellezza del territorio italiano e persino con i suoi stessi proclami.
Un Paese, l'Italia, che ha ancora un Sud, benché scomparso dall'agenda politica e dai dibattiti, non fosse per qualche slogan in antitesi ai programmi e ai progetti di governo. Lo Sblocca Italia per esempio: le trivellazioni, gli inceneritori, la cementificazione, il consumo del suolo. Tutte soluzioni che hanno messo a repentaglio e, peggio, potranno definitivamente distruggere questo pezzo del Paese, di Calabria, di Mediterraneo: Crotone.
Una città, una provincia, piena di storia, di cultura, di risorse quasi sconosciute, di vocazioni proprie e inimitabili che, malgrado ciò, dopo 20 anni dalla chiusura delle fabbriche e dell'industria chimica, ancora non trova una sua identità (naturale) che possa diventare ricchezza per sé e per il resto della regione.
Sito di interesse nazionale senza veri progetti di bonifica in cui, però, si contano ogni giorno malati di cancro. Mortificata da anni di parole e proclami, Crotone disconosce, peraltro e tuttora, la destinazione di quei 56 mln di Euro di danno ambientale versati da Eni nelle casse del Ministero dell'Ambiente e, soprattutto, chi sarà il soggetto gestore. Il solito commissario ad acta senza un progetto preciso? No, grazie.
E' una somma tanto consistente quanto facilmente riducibile a mera gestione delle “croniche" emergenze senza ricaduta a lungo termine delle sue opportunità. Possibile invece sarebbe, in sinergia tra il territorio, le università e le realtà economiche del settore, l'idea di un polo di formazione, analisi, ricerca e progettazione di tecniche dirette alla tutela del territorio, dell'ambiente marino e dei siti storici e archeologici, attraverso l'uso delle più avanzate tecniche informatiche, chiave di quasi tutti i programmi comunitari di finanziamento.
Le bonifiche, i risarcimenti, non devono rimanere azioni fini a se stesse ma costituire base per la programmazione di un modello di sviluppo in linea con le vocazioni naturali di Crotone. É questa la politica cui vogliamo contribuire e che intendiamo rappresentare. Nell'area ex industriale della nostra città, dove da anni si attende la bonifica del suolo, sarebbe dovuto partire il riconosciuto progetto "Antica Kroton", ovvero il recupero di un'area di rilevante interesse e valore storico-culturale-archeologico (Dal Cipe 100 mln di Euro poi divenuti 65, ora rimodulati e ulteriormente ridotti nel PAC). L'occasione, non solo per recuperare il passato, ma anche per guardare al futuro, trasformando luoghi degradati e brutalizzati in fonte di ricchezze culturali, produttiva peraltro di opportunità di lavoro fino alle prossime generazioni.
Certamente da legare al parco archeologico di Capo Colonna, di recente deturpato dall'ignavia e da scelte in contrasto con la sua fruizione oltre che con la sua bellezza, già duramente messa alla prova dalla mancanza di una politica tesa alla protezione e valorizzazione delle proprie risorse. Un area dotata di simili prospettive è ultima, invece, in quasi tutte le classifiche economiche e sociali.
Ti chiederai perché. Noi non più! Non sono sempre le risorse economiche a mancare. Destinatari, anzi, da anni, di fondi comunitari, assistiamo al loro spreco, perché spesi in fretta e malamente, quando non addirittura inutilizzati e "restituiti" perché imbrigliati dalla mancanza di una programmazione degli interventi. Mancano la passione e la dignità. Il pensiero lungo, la visione del domani, la progettualità, la capacità politica di concepire idee che possono sembrare coraggiose e invece, semplicemente, sarebbero rispondenti al territorio e ai suoi abitanti.
Manca, di certo, la volontà, la capacità di amministrare per il bene comune. Solo questo e sarebbe tutto. Quasi come se (bisogna dirsela la verità), lasciar le cose in questo stato, rincorrere e gestire unicamente emergenze, magari attenderne di nuove, bastasse a garantire lunga vita ad un sistema corrotto e clientelare che la gente non ha più voglia di tollerare, avendolo colpevolmente permesso per troppo tempo. Invece, una capacità politica c'è anche al Sud, dove ancora germogliano piccole realtà in settori diversi della società che pure compiono scelte politiche.
In questo clima, caro Pippo, per noi "Possibile" diventa lo spazio che mancava per rilanciare una politica attenta alle esigenze del Sud Italia, non più assistenzialistica ma di ascolto, di partecipazione e opportunità, difficilmente concepibili, peraltro, senza una progettazione seria di attenzione al divario infrastrutturale e alla fragilità del territorio. Iniziando esattamente da Crotone. É qui, caro amico, che ti aspettiamo".