Operazione Santa Fe. Era ricercato da un anno, arrestato a Milano Angelo Romeo
Era ricercato da oltre un anno il latitante Angelo Romeo, 43enne ritenuto dagli inquirenti contiguo ed in affari con esponenti di spicco della nota cosca di ‘ndrangheta degli Alvaro di Sinopoli e Pesce di Rosarno e che è stato arrestato dai Finanzieri di Roma nella stazione Centrale di Milano.
Romeo si era sottratto alla cattura nel maggio dello scorso anno, nell’ambito dell’Operazione “Santa Fe”, che aveva consentito alle Fiamme Gialle di Catanzaro di smantellare una presunta cellula ‘ndranghetista operante nella Piana di Gioia Tauro e impegnata nel traffico internazionale di stupefacenti utilizzando diversi porti commerciali italiani, tra i quali quelli di Gioia Tauro, Genova, Livorno e Vado Ligure.
Secondo gli investigatori, il ricercato, operando in stretto contatto con i fratelli Giuseppe e Vincenzo Alvaro, si si sarebbe occupato della pianificazione dell’importazione dei carichi di droga che provenivano dal Sudamerica assicurando anche il collegamento tra le componenti criminali della fascia jonica calabrese ed i fornitori esteri dello stupefacente.
Proprio a Roma, sempre in base alla tesi degli inquirenti, avrebbe preso parte ad un importante summit tra Antonio Femia, ora collaboratore di giustizia, Nicodemo Fuda - soggetti ritenuti apicali dell’organizzazione e che vivevano nella fascia jonica calabrese - ed il referente colombiano del cartello mittente. Scopo dell’incontro sarebbe stato quello di precedere l’arrivo di una partita di droga e definire i relativi dettagli.
Gli uomini del Gico (il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) di Roma - nell’ambito delle attività di monitoraggio disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con lo scopo di verificare la presenza di elementi di cellule ‘ndranghetiste, sono riusciti ad individuare Romeo dopo una serie di investigazioni eseguite in tutta Italia, sfruttando anche la conoscenza degli ambienti e delle dinamiche criminali di riferimento.
Il latitante si trovava nei pressi della Stazione Centrale di Milano, ed era in compagnia di un altro soggetto, anch’egli di origini calabresi, R.V. 32enne parente dello stesso Romeo. I finanzieri, confusi tra i viaggiatori in transito alla stazione, dopo un primo riconoscimento visivo, lo hanno sottoposto ad un controllo durante il quale il ricercato avrebbe fornito dei documenti falsi intestati ad un anonimo originario anch’egli di Sinopoli ed affermando di essere in procinto di tornare a casa per un periodo di vacanza. Solo dopo essere stato “messo alle strette”, non gli è rimasto che ammettere le vere generalità. Proseguendo nelle investigazioni è stato poi individuato a Lodi il covo dove il latitante aveva trovato riparo.
La persona che lo accompagnava è stata denunciata per favoreggiamento: secondo i militari gli avrebbe pagato l’affitto dell’appartamento e si sarebbe intestato le utenze elettriche per evitare qualsiasi riconducibilità dell’immobile a Romeo.
Il ricercato, intanto, è stato portato nella Casa Circondariale “San Vittore” di Milano a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria. Sono in corso altri approfondimenti per ricostruire la rete di connivenze e protezione di cui Romeo ha potuto godere durante i mesi passati in clandestinità, nonché specifici accertamenti sui documenti falsi esibiti.