Archeologia a Crotone. Sette Soli non si placa e riscrive al ministro: ci vuole un commissario
“… A distanza di quasi due mesi dalla prima segnalazione delle preoccupanti criticità che affliggono l’archeologia crotonese (il 5 agosto scorso, ndr)”, l’associazione Sette Soli si vede costretta a denunciare un aggravamento della situazione iniziale, palese in ciascuno dei quattro siti sui quali si è tentato inutilmente, fin qui, di attirare la Sua attenzione. L’incapacità della Soprintendenza competente a gestire la situazione è ormai sotto gli occhi di tutti: della popolazione locale, esasperata e delusa dai comportamenti ambigui della Direzione Generale, e della comunità nazionale, messa al corrente in tempo reale grazie ai media sensibili alla gravità del caso calabrese, emblematico di una gestione complessiva alquanto discutibile".
Questo l'incipit della nuova lettera inviata al ministro Dario Franceschini da Margherita Corrado, dell'associazione Sette soli sulla situazione dell'archeologia a Crotone.
"In città - continua l’archeologa - presso le mura bizantine parallele a Corso Vittorio Emanuele II, non solo non è stata rimossa la pavimentazione addossata ai blocchi fuori terra del paramento sud della struttura altomedievale, come da noi richiesto ripetutamente, ma sul versante opposto, dove nei mesi scorsi era stato riaperto, approfondito e allargato il saggio stratigrafico del 1997 – ciò non può essere ricondotto alla sola responsabilità del Comune, come invece sembra suggerire la nota della Direzione Generale datata 15.09.2016 –, lo stesso è stato colmato senza lasciare a vista alcunché e il piano di calpestio addirittura sollevato di quota, così da ridurre la visibilità del manufatto anche sul lato nord. Chiamare tutto ciò “valorizzazione delle mura bizantine” è mentire spudoratamente!”.
Corrado incalza poi il ministro sullo stadio “Ezio Scida”? “Le mastodontiche piastre armate costruite – sì, costruite, perché a tutti gli effetti si tratta di costruzione in area vincolata! - per assicurare alle tribune mobili ovest e sud la base stabile imposta dalla normativa vigente – scrive ancora la rappresentante di Sette Soli - hanno di fatto tombato le stratificazioni archeologiche sottostanti, come già accaduto nel 1998-2000 nella curva nord, impedendone la fruizione pubblica e mettendone a rischio l’integrità. Per colmo, sul versante sud, a distanza di settimane dalla realizzazione delle imponenti ‘pedane’ in cemento armato, fervono attività che nulla hanno a che fare con l’installazione della prevista tribuna mobile alle spalle della curva riservata ai tifosi ospiti e la cui presunta urgenza ha convinto il Soprintendente, vale la pena rammentarlo, a prestarsi ad un’aperta violazione del Codice dei Beni Culturali autorizzando il tutt’altro che indispensabile ampliamento di un impianto sportivo che, con il ‘Lodo Trieste’, avrebbe potuto affrontare la Serie A senza incremento di posti. Al danno potenziale si aggiunge quindi la beffa, certa, e che non mancherà di far ridere l’Italia, se è vero com’è vero che il calcio è la sola fede condivisa da (quasi) tutti gli Italiani!”
Passando poi a Capo Colonna, Corrado afferma che “nel cantiere del foro romano languono sia le attese operazioni di restauro della porticus che circondava lo spazio pubblico a cielo aperto, così come quelle dei mosaici (di domus e terme) e della grande fornace per laterizi, sia quelle legate alle altre voci importanti previste in funzione del completamento dei lavori: redazione dei pannelli didascalici da fissare alla balaustra già (parzialmente) montata; installazione dell’impianto di video-sorveglianza; installazione degli arredi urbani previsti per il piazzale; allestimento del centro visite”.
“Nel frattempo, però – prosegue l’archeologa - il rifacimento del ponte che scavalca le mura proto-augustee, imposto non solo dalle condizioni di fatiscenza della piccola infrastruttura montata all’inizio degli anni Duemila quanto, soprattutto, dall’inadeguatezza della stessa a consentire il passaggio dei mezzi di soccorso più voluminosi e pesanti, si traduce, inopinatamente, nella realizzazione di un’opera di larghezza pari se non inferiore alla precedente (!). Pur con le protezioni del caso, inoltre, detta opera non è sospesa, come la prima, al di sopra della cresta del muro, ma poggia sul manufatto antico e fa largo uso di cemento armato, con scarso/nessun rispetto delle strutture murarie dell’abitato repubblicano site a ridosso del versante est della fortificazione (perché tagliate dalla sua costruzione) e messe in luce nel 2013 (APQ SPA 33). Ciò sarà illustrato in dettaglio in una nota successiva dedicata espressamente a tale argomento, corredata da abbondante documentazione dello status quo ante. Tutto ciò ha suscitato e suscita incredulità e indignazione nella cittadinanza crotonese e nei visitatori del Parco Archeologico”.
Altro argomento a cuore di Sette Soli è località Scifo-Alfiere, dove, afferma ancora Corrado “proprio ieri, lunedì 26 settembre, ha riaperto il contestato cantiere del ‘Marine Park Village’, dissequestrato lo scorso 6 settembre e forte della pronuncia favorevole del Consiglio di Stato di lunedì 19”.
L’associazione torna a chiedere, al riguardo, che il Ministero “non finga di ignorare le proprie gravissime responsabilità nell’iter autorizzativo del presunto agriturismo, condivise con gli enti locali (Comune e Provincia) e il Ministero dell’Ambiente, e che, a tutela dell’interesse pubblico e della propria dignità, si decida finalmente a revocare l’autorizzazione incautamente concessa dall’allora Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio, chiedendo inoltre conto del suo operato, in ogni sede competente, a nome della comunità nazionale, al funzionario allora responsabile del territorio, tuttora in servizio nel Crotonese (!)”.
“Le scelte dell’attuale Soprintendente per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone in relazione allo stadio “E. Scida” e alle mura bizantine – ignoriamo se il dott. Pagano abbia un ruolo anche nel cantiere del foro di Capo Colonna, dato il riaffacciarsi su quella scena dei torvi cementificatori della prima ora – non ci lasciano sperare alcun intervento utile da parte sua nella direzione sopra indicata. Né, del resto – continua la lettera - i poco commendevoli trascorsi molisani del dott. Pagano sanzionati dalla Corte dei Conti nel 2011 e nel 2015, ai quali la stampa nazionale diede giustamente ampio risalto, dipingono un campione della tutela del patrimonio culturale del Paese”.
Riportati al ministro tutti questi elementi Sette Soli ribadisce così con forza “la richiesta già formulata (il 22.09.2016), di nominare per Crotone un funzionario con ruolo commissariale, che restituisca alla comunità locale fiducia nell’operato del Suo Ministero occupandosi prioritariamente di: 1) procedere al vincolo dell’area di Scifo-Alfiere, sì da sottrarla alla devastazione definitiva; 2) riportare l’orientamento del MiBACT circa l’ampliamento dello stadio “E. Scida” nell’alveo della rispondenza alle norme vigenti”.