Omicidio Lettieri. Fuscaldo resta in carcere, decisivi Dna e tracce di sangue
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha deciso che Salvatore Fuscaldo, 50 anni, resta in carcere. L’uomo è accusato dell’omicidio di Antonella Lettieri, la commessa di 42 anni assassinata l’8 marzo nella sua abitazione di Cirò Marina, nel crotonese. È stata dunque rigettata l’istanza presentata dalla difesa dell’uomo e discussa nell’udienza del 4 aprile scorso. Le motivazioni saranno depositate successivamente.
Si è così aggiunto un nuovo tassello a una vicenda investigativa e giudiziaria particolarmente articolata, complessa e finora ricca di colpi di scena, che aveva preso avvio la mattina del 9 marzo quando venne scoperto il cadavere della Lettieri, uccisa brutalmente nella serata precedente.
Fuscaldo era finito nel mirino dei Carabinieri quasi subito, già nel secondo giorno delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica. Le risultanze di indagine acquisite dai Carabinieri di Cirò Marina e del Nucleo Investigativo di Crotone, attraverso un ricognizione immediata sulle persone più vicine alla vittima, e grazie alla collaborazione del Ris di Messina, avevano consentito di battere sul tempo il presunto autore e i suoi eventuali complici, evitando il pericolo della cancellazione delle prove.
La svolta decisiva era arrivata dai primi accertamenti tecnici curati dai biologi del Reparto Investigazioni Scientifiche: alcune tracce di sangue rinvenute sull’Alfa Romeo “156” del 50enne erano difatti risultate come riconducibili alla vittima. La sera del 16 marzo, così, Salvatore Fuscaldo fu sottoposto a “fermo” da parte dei Carabinieri.
Il Giudice per le Indagini Preliminari di Crotone, Michele Ciociola, aveva poi convalido il “fermo” disponendo a suo carico la custodia cautelare in carcere.
Dopo alcuni giorni, una nuova scoperta: durante le ricerche in una zona alla periferia della città, i Carabinieri avevano ritrovato un paio di stivaletti con delle tracce di sangue su cui il Ris aveva rinvenuto del Dna, riconducibile al 50enne, mentre il sangue è risultato essere della vittima. Un altro ritrovamento è stato poi quello di una trapunta macchiata anch’essa di sangue riconducibile alla Lettieri.