Ex tribunale di Rossano. Nesci: “Gasparri parla senza avere contezza dei fatti”
“Il senatore Gasparri parla senza avere contezza dei fatti”. E’ quanto afferma il Presidente nazionale U.Di.Con (Unione per la difesa dei Consumatori) Denis Nesci a margine di un incontro tenutosi a Roma con i rappresentanti del GaV (Gruppo d'Azione per la Verità), alla presenza del Vice Segretario Nazionale della Fna Mario Smurra, del Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Sen. Nico D'Ascola e del Sottosegretario alla Giustizia, Sen. Federica Chiavaroli. Incontro che ha suscitato nelle ultime ore le ire del Sen. Gasparri per la sua esclusione, addebitando le responsabilità al Sen. D’Ascola.
“L'incontro - riferisce il Presidente Nesci- è stato da me richiesto su sollecitazione del vice presidente Smurra. Nella qualità di massimo rappresentante dell’U.Di.Con ho chiesto ai rappresentanti delle istituzioni di ricevere una delegazione del GaV, richiesta successivamente accolta. L'attacco politico fatto al Presidente D'Ascola è da ritenere inopportuno oltre che privo di qualsiasi interesse per la risoluzione del problema che coinvolge una parte importante della popolazione cosentina. A comprovare l'inesattezza delle informazioni del Sen. Gasparri vale la pena precisare che l'incontro si è tenuto nella sede della Commissione Giustizia, a seguito di un imprevisto del sottosegretario Sen. Chiavaroli. Infatti l'incontro si doveva svolgere in un primo momento presso il Ministero della Giustizia, spostato solo alle 16 in Senato per l’annunciata impossibilità del Sen. Chiavaroli.”
“A noi - afferma Nesci- interessa risolvere il problema e mettere a conoscenza le istituzioni dei metodi scriteriati con cui è stato soppresso il tribunale di Rossano, dei disagi e dei danni che questa chiusura ha generato. Chi invece ne fa una questione di timbro politico non ha colto evidentemente né la gravità della vertenza tanto meno il dramma dei cittadini residenti in quelle aree. Una vicenda, d’altronde, che il Sen. Gasparri dovrebbe conoscere molto bene perché investito, senza giungere ad alcun risultato, proprio quando si decise per l’anomala e ingiusta soppressione. Solo ora – conclude - si accorge, a ridosso della scadenza elettorale, del “caso Rossano”.”