Droga: Dda, confermate proiezioni internazionali ‘ndrangheta
L'enorme potere economico delle cosche calabresi, le infiltrazioni in tutti i settori, la potenza militare e i collegamenti internazionali. Il sostituto della Direzione nazionale antimafia, Maria Vittoria De Simone, non ha dubbi sulle conferme che arrivano dall' operazione "Overloading", che ha portato all'emissione di 77 fermi per traffico internazionale di droga e, per alcuni, di associazione mafiosa. "Da questa indagine - ha affermato il magistrato nel corso della conferenza stampa - e' emersa in maniera chiara l'articolazione della cosca Muto a livello nazionale, con proiezioni internazionali e con riferimenti stabili in molti paesi europei", ma i dati piu' significativi sono quelli che riguardano "il rapporto di sinergia tra le cosche interessate dall'operazione, l'acquisizione dell'enorme potere economico con società e ditte individuali tra i beni sequestrati che dimostrano - secondo De Simone - la capacità di infiltrazione nel tessuto economico e imprenditoriale; la presenza di infiltrazioni nelle forze dell'ordine e la potenza militare". Secondo il magistrato della Dna, "questo territorio richiede un'incessante pressione investigativa e giudiziaria che possa coprire ogni campo". Un tema complesso, quello dell'attività' di indagine contro la 'ndrangheta, come d'altronde e' emerso dalle parole del procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli: "Con sei sostituti per otto tribunali compresi nel distretto - ha affermato - le difficoltà sono oggettive. Non si può continuare con questa dotazione di personale, anche per quanto riguarda gli amministrativi e le attrezzature". Il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo ha ricordato l' importante collaborazione tra le Procure interessate e tra le forze dell' ordine. Un tema ripreso dai rappresentanti di Guardia di finanza e carabinieri che hanno collegato lo spirito di collaborazione al conseguimento di risultati così importanti, che hanno portato ad individuare anche le ramificazioni della 'ndrangheta innanzitutto in Emilia Romagna, ma anche in diverse altre regioni italiane e in Europa, grazie anche all'impegno dei sostituti che hanno seguito l'inchiesta: Vincenzo Luberto, Antonella Lauri e Raffaela Sforza.