Alluvione del luglio 2006, nessuna responsabilità della Provincia di Vibo
Il Tribunale superiore delle acque pubbliche di Roma ha rigettato la richiesta di risarcimento danni di Nuovo Pignone nei confronti della Provincia di Vibo per l’alluvione del 3 luglio 2006.
Il verdetto conferma quello emesso in primo grado dal Tribunale regionale delle acque pubbliche di Napoli, e accoglie le tesi difensive dell’avvocato Vito Boragina, che ha sostenuto l’assoluta estraneità della Provincia di Vibo ai fatti addebitatigli.
Il legale nominato dall’Ente intermedio vibonese ha fondato la tesi difensiva sul carattere eccezionale e imprevedibile dell’evento, mettendo in evidenza l’assoluta esclusione della Provincia che non ha quindi alcuna responsabilità.
Il bilancio del fenomeno è stato infausto: tre morti, 90 feriti, 306 evacuati e danni per 200 milioni di euro. A perdere la vita, il piccolo Salvatore Gaglioti, bimbo di soli 16 mesi strappato alla vita in quel maledetto 3 luglio; e poi Nicola De Pascale ed Ulisse Gaglioti, le due guardie giurate inghiottite dal fango assassino.
L’esito del giudizio di appello è stato appreso con soddisfazione dal presidente della Provincia di Vibo Valentia, Andrea Niglia, e dallo stesso avvocato Boragina che ha dichiarato di avere sempre creduto nelle proprie tesi "volte a scongiurare ogni tipo di responsabilità a carico della Provincia. In particolare - ha sottolineato il legale - su quelle basate sull’eccezionalità e imprevedibilità dell’evento alluvionale ..., così com’è emerso dalla copiosa documentazione e dagli atti processuali prodotti, nonché da precedenti pronunce del Tribunale Superiore delle Acque pubbliche in analoghi procedimenti”.