Non si ferma la battaglia contro la discarica di Celico. Cap a sindaci: riesaminare l’Aia
Far partire la procedura di riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) relativa alla discarica di Celico.
È questa la richiesta posta al governatore della Calabria, Olivero, e contenuta in una delibera che in questi giorni il Comitato Ambientale Presilano - che da tempo si batte senza sosta per dire no all’impianto di rifiuti del cosentino - ha preparato in collaborazione con alcuni tecnici del pool tecnico-legale incaricati dai sindaci del territorio, e da sottoporre ai Consigli comunali.
Il riesame dell’autorizzazione in questione, spiegano i cittadini del Comitato “è una semplice procedura, diversa dalla sospensione o dal ritiro, normata dalla legge, il cui scopo è di riuscire a ripetere ex novo tutto l'iter per ottenere una nuova Aia, alla luce delle prescrizioni imposte della Regione …, delle nuove tecnologie e norme subentrate nel corso degli anni e delle innumerevoli osservazioni presentate dai legali e dal Cap”.
Cap che definisce la procedura “come una scelta consequenziale e soprattutto coerente” soprattutto dopo le rilevazioni olfattometriche effettuate e le prescrizioni imposte dal Dipartimento Ambiente alla Miga (società che gestisce l’impianto di Celico) che prevedono la riapertura dell'impianto in maniera graduale e con il permanere di controlli stringenti.
“Tutto ciò – ribadiscono dal comitato - conferma inequivocabilmente che lo studio di impatto ambientale approntato in occasione del rilascio dell'AIA all'impianto …, non è stato in grado di determinare gli effetti negativi nell'ambiente circostante”.
Il comitato evidenzia come questo sia un procedimento che, a loro dire, “si può perseguire senza rischi per le casse pubbliche, e possibilità di ricorsi al Tar o richieste di risarcimento danni”.
Inoltre, sempre secondo il Cap, grazie alla convocazione di una nuova Conferenza dei Servizi, renderebbe parte attiva “visto l'interesse oggettivo, sia l'Ente Parco che il Comune di Rovito, incredibilmente – affermano - non tenuti in considerazione nel precedente iter autorizzativo. Nonché – proseguono - potrebbe essere parte attiva e decisiva anche la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici risultata assente all'atto del primo rilascio Aia”.
La richiesta di riesame dell'Autorizzazione integrata per il Comitato Presilano sarebbe dunque “la migliore azione” che “renderebbe più efficaci tutte le cause in pendenze sia dei Comuni che del Cap, in quanto metterebbe in evidenza il fulcro del problema” quello che viene definito “il peccato in origine che ha portato alla devastazione del nostro territorio e ha attentato alla salute e al futuro delle popolazioni presilane”.
L’auspicio dei cittadini è dunque che sindaci e consigli comunali siano concordi nel sostenere insieme al Cap la strada del riesame: l'obiettivo è quello della chiusura definitiva dell'impianto di Celico.