Inchiesta “Pony express”, arresti domiciliari per giovane catanzarese
Ha lasciato il carcere per andare agli arresti domiciliari Alessandro Critelli, 32 anni, di Catanzaro, uno dei 58 indagati coinvolti nella maxi inchiesta antidroga sfociata nell'operazione nome in codice "Pony express", scattata all'alba del 18 dicembre di un anno fa, che ha stroncato un fiorente traffico di stupefacenti attivo tra il quartiere Scampia di Napoli e Catanzaro. Lo ha deciso il tribunale della liberta', che ha accolto la richiesta avanzata dall'avvocato Antonio Ludovico per incompatibilita' delle condizioni di salute di Critelli con i regime carcerario. Sempre per motivi di salute e' stata revocata la misura degli arresti domiciliari per un'altra indagata, Romina Passalacqua 34 anni, catanzarese di etnia rom, rimessa in liberta' dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale Livio Sabatini. Davanti a quest'ultimo domani riprendera' l'udienza per gli undici indagati che non hanno chiesto il rito abbreviato, e per i quali dunque il giudice dovra' decidere se e per chi accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Ad aprile saranno celebrati invece i 47 giudizi abbreviati chiesti dai restanti indagati di "Pony express". Associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e vari episodi di spaccio, nonche' l'associazione armata - dal momento che nel corso delle indagini sono stati sequestrati anche fucili, pistole e munizionamento - le accuse a vario titolo contestate dalla pubblica accusa nell'ambito dell'inchiesta, partita dopo la morte di un giovane, Vincenzo Gallelli, rinvenuto cadavere a Satriano (Cz) per un mix letale di droga. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, lo stupefacente viaggiava sulla direttrice Napoli-Catanzaro, oppure su quella Napoli-Catania. Due coniugi di Scampia, Fortunato Castaldo, 40 anni, e la moglie Rosa Alterio, 40, sarebbero stati i fornitori ufficiali della droga, principalmente eroina, ma anche e soprattutto uno scarto di quest'ultima, il Kobrett, comprati a 12 o 13 euro e rivenduti a 40 o 50 euro. L'affare era vantaggioso al punto che anche un gruppo criminale di Catania si sarebbe inserito nel giro, utilizzando lo stesso metodo di rifornimento, e cioe' corrieri che facevano la spola tra Napoli la Calabria e la Sicilia, in auto, in treno, e con qualunque altro mezzo che potesse passare inosservato - da qui il nome in codice dell'operazione -. Per quanto riguarda il capoluogo calabrese, il narcotraffico sarebbe stato in mano a quattro bande, facenti capo in prevalenza a rom, e precisamente ai Passalacqua, Berlingieri, Critelli e Raffaele.