Droga: operazione “Pony express”, il secondo giudizio d’appello
Si è concluso con due condanne ribaltate in assoluzioni, due pene ridotte ed una aggravata, il secondo giudizio d'appello a carico di cinque imputati coinvolti nella maxi inchiesta antidroga denominata "Pony express". L'operazione, scattata all'alba del 18 dicembre 2009, stroncò un fiorente traffico di stupefacenti attivo tra il quartiere Scampia di Napoli e Catanzaro.
Dopo che la Corte di cassazione il 29 novembre scorso ha annullato per le cinque persone la sentenza di secondo grado emessa il 20 settembre del 2012, oggi i giudici della Corte d'appello del capoluogo calabrese (presidente Giancarlo Bianchi, consiglieri Maria Teresa Carè e Ippolita Luzzo), cui il Giudice supremo aveva rinviato gli atti per un nuovo giudizio, hanno modificato profondamente le decisioni prese dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale che celebrò i riti abbreviati conclusisi il 31 maggio del 2011. In dettaglio: J.B., di Soverato (difeso dall'avvocato Sergio Callipari), è stato assolto dopo che, in primo grado, era stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 12.000 euro di multa; assolto anche Pasquale Rotundo, di Catanzaro (difeso da Domenico Pietragalla), dopo la precedente condanna a 7 anni; per Alessandro Critelli, di Catanzaro (difeso da Gregorio Viscomi), pena scontata da 14 anni di reclusione a 4 anni e 4 mesi di reclusione e 20.000 euro di multa; per il collaboratore di giustizia Vittorio Raffaele, di Catanzaro (difeso da Annalisa Pisano), pena rideterminata da 4 anni e 6 mesi di reclusione in 2 anni e 6 mesi; e infine, per Mirko Pironaci, di Montepaone Lido (difeso da Vito Daniele e Francesco Maida), già condannato a 7 anni di reclusione e 20.000 euro, pena rideterminata in 7 anni e 6 mesi di reclusione.
I giudizi abbreviati per gli imputati dell'operazione "Pony express" furono in tutto 48, e si conclusero con 7 assoluzioni e 41 condanne a pene comprese tra i 16 ed i 2 anni e 8 mesi di reclusione. In seguito solo 40 imputati giunsero al giudizio di secondo grado, che si concluse con 2 assoluzioni, 17 sconti di pena, l'annullamento della prima sentenza per incompetenza territoriale nei confronti di 3 imputati, e la conferma delle restanti 18 condanne. Per cinque, infine, la pronuncia della Cassazione ed oggi l'appello-bis. Associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e vari episodi di spaccio, nonchè l'associazione armata - dal momento che nel corso delle indagini furono sequestrati anche fucili, pistole e munizionamento - le accuse a vario titolo contestate dalla pubblica accusa nell'ambito dell'inchiesta "Pony express", partita dopo la morte di un giovane, Vincenzo Gallelli, rinvenuto cadavere a Satriano (Cz) per un mix letale di droga. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, lo stupefacente viaggiava sulla direttrice Napoli-Catanzaro, oppure su quella Napoli-Catania.
Due coniugi di Scampia sarebbero stati i fornitori ufficiali della droga, principalmente eroina, ma anche e soprattutto uno scarto di quest'ultima, il Kobrett, comprati a 12 o 13 euro e rivenduti a 40 o 50 euro. L'affare era vantaggioso al punto che anche un gruppo criminale di Catania si sarebbe inserito nel giro, utilizzando lo stesso metodo di rifornimento, e cioè corrieri che facevano la spola tra Napoli la Calabria e la Sicilia, in auto, in treno, e con qualunque altro mezzo che potesse passare inosservato - da qui il nome in codice dell'operazione -. Per quanto riguarda il capoluogo calabrese, il narcotraffico sarebbe stato in mano a quattro bande, facenti capo in prevalenza a rom. (AGI)