Droga: operazione “Pony express”, in 49 chiedono rito abbreviato

Catanzaro Attualità

Saranno giudicate con rito abbreviato quasi tutte le persone coinvolte nella maxi inchiesta antidroga sfociata nell'operazione scattata all'alba del 18 dicembre scorso, nome in codice "Pony express", che ha stroncato un fiorente traffico di stupefacenti attivo tra il quartiere Scampia di Napoli e Catanzaro. Infatti, 49 dei 58 indagati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio hanno annunciato di voler accedere al rito alternativo - che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo - oggi davanti al giudice Livio Sabatini, dove ha preso il via l'udienza preliminare. Le posizioni di due dei restanti accusati sono state stralciate per difetti di notifica, e saranno riunite a quelle degli altri dopo la rinnovazione degli atti, mentre gli ultimi sette indagati proseguiranno la normale udienza preliminare.

Si tratta di V.L., 32 anni nato Napoli e residente a Catanzaro, Maria Berligieri 44 anni di Catanzaro, Massimo Bubba 36 anni di Caraffa, Alison Macri' 23 anni di Catanzaro, Marianna Mamone 23 anni di Catanzaro, Antonio Passalacqua inteso "Gianluca" 34 anni di Catanzaro, Immacolata Veneziano 31 anni di Catanzaro (nel collegio difensivo figurano gli avvocati Anselmo Mancuso, Antonio Ludovico, Raffaele Fioresta, Nerina Chimirri). Per decidere se e chi di loro debba essere mandato sotto processo si tornera' in aula martedi', giorno in cui saranno formalizzate anche le 49 richieste di giudizio abbreviato, ed il giudice stabilira' un calendario per trattare, nel prossimo mese di marzo, i riti alternativi nei confronti di: Yukun Gao, 42 anni, Raoul Gualtieri, 47, Domenico Viscomi, 36, Marco Abbruzzo 29 di Davoli Marina (Cz), Rosa Alterio 40 di Napoli, J.R. 34 di Soverato, Roberto Berlingieri 24 di Catanzaro, Silvano Berlingieri 37 di Catanzaro, Ernesto Bertucci 29 di Davoli, Tiziana Bruno 25 di Rossano, Adalberto Candido 39 di Catanzaro, Pasquale Cappellano 38 di Catanzaro, Fortunato Castaldo 40 di Napoli, Domenico Contarini 38 di Catania, Vittorio Cristofaro 41 di Satriano, Alessandro Critelli 32 di Catanzaro, Fabrizio Santo Critelli 22 di Catanzaro, Stefano Critelli 34 di Catanzaro, Shara Cuoci 22 di Soverato, Alessandro De Luca 35 di Catania, Gino De Zerbi 25 di Catanzaro, Domenico Carmelo Di Benedetto 52 di Catania, Giuseppe Di Mauro 39 di Catania, Anna Latelli 26 di Lamezia Terme, Sergio Lo Castro 45 di Catania, Antonio Longo 32 di Davoli, Stefano Longo 20 di Soverato.

Pantaleone Mamone 57 nato a Limbadi e residente a Catanzaro, Antonio Mancuso 28 di Catanzaro, Gianluca Manno 30 di Caulonia, Antonino Nicolosi 32 di Catania, Giuseppe Notaro 23 di Soverato, Antonio Passalacqua inteso "Tonino" 24 di Catanzaro, Francesco Passalacqua inteso "Franco" 28 di Catanzaro, Romina Passalacqua 34 di Catanzaro, Mirko Pironaci 24 di Montepaone Lido, Romano Ponzo 38 nato a Napoli e residente a Petrizzi, Giuseppe Posella 24 di Catanzaro, Angelo Raffaele 35 di Catanzaro, Claudio Raffaele 44 di Catanzaro, Vittorio Raffaele 28 di Catanzaro, Alessandro Rotella 28 di Satriano, Pasquale Rotundo 21 di Catanzaro, Giuseppe Scerbo 32 di Satriano, Antonio Silipo 47 di Catanzaro, Pietro Silipo 21 di Catanzaro, Gianluca Spadea 28 di Gasperina, Giovanna Tassone 29 di Catanzaro, Pietro Tavano 40 di Soverato, Giuseppe Turcomanni 24 di Soverato e Domenico Mancuso 29 di Filandari.

L'indagine "Pony express" e' partita dopo la morte di un giovane, Vincenzo Gallelli, rinvenuto cadavere a Satriano (Catanzaro) per un mix letale di droga, ed e' stata condotta dai carabinieri e coordinata dai sostituti procuratori Paolo Petrolo e Salvatore Curcio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la droga viaggiava sulla direttrice Napoli-Catanzaro, oppure su quella Napoli-Catania.

Due coniugi di Scampia, Fortunato Castaldo, 40 anni, e la moglie Rosa Alterio, 40, sarebbero stati i fornitori ufficiali degli stupefacenti, principalmente eroina, ma anche e soprattutto uno scarto di quest'ultima, il Kobrett, comprati a 12 o 13 euro e rivenduti a 40 o 50 euro. L'affare era vantaggioso al punto che anche un gruppo criminale di Catania si sarebbe inserito nel giro, utilizzando lo stesso metodo di rifornimento, e cioe' corrieri che facevano la spola tra Napoli la Calabria e la Sicilia, in auto, in treno, e con qualunque altro mezzo che potesse passare inosservato - da qui il nome in codice dell'operazione -.

Per quanto riguarda il capoluogo calabrese, il narcotraffico sarebbe stato in mano a quattro bande, facenti capo in prevalenza a rom, e precisamente ai Passalacqua, Berlingieri, Critelli e Raffaele. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, e ad alcuni rom e' contestata anche l'associazione armata, dal momento che nel corso di alcuni controlli sono stati sequestrati anche fucili, pistole e munizionamento.