‘Ndrangheta “emergente”. De Bello Gallico, Gip convalida: in quattro restano in carcere
Paolo e Mario Chindemi, rispettivamente di 28 e 50 anni, Santo Pellegrino (32) ed Ettore Corrado Bilardi, detto “Pietro” (66), restano tra le sbarre.
Per tutti loro, arrestati mercoledì scorso dalla squadra mobile reggina nell’ambito dell’operazione denominata “De Bello Gallico” (LEGGI), è stato infatti convalidato il fermo da parte del Gip che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Paolo Chindemi, in particolare, è accusato dell’omicidio di Fortunata Fortugno (48 anni) e del tentato omicidio di Demetrio Logiudice (53), avvenuto il 16 marzo scorso mentre la coppia era appartata in una zona isolata vicina al torrente Gallico, nel fuoristrada dell'uomo (LEGGI).
Allo stesso viene anche contestata la detenzione e il porto della pistola utilizzata nell’agguato mentre per tutti gli arrestati pendono le accuse - a vario titolo - di associazione mafiosa; detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco (in particolare pistole, revolver e fucili, clandestini e comuni) aggravati dalla modalità mafiose; detenzione illegale di segni distintivi e oggetti in uso ai Corpi di Polizia (gli agenti durante delle perquisizioni hanno ritrovato infatti quattro casacche con lo stemma della Dia e un giubbotto antiproiettile); furto di motocicli.
Il 28enne Chindemi è figlio di Pasquale Chindemi (53 anni), ritenuto legato al cartello di ‘ndrangheta condelliano e assassinato tre mesi prima a Gallico nel corso di un agguato(LEGGI).
Ai quattro gli inquirenti contestano di far parte di un gruppo mafioso emergente, aderente alla ‘ndrangheta, che avrebbe avuto l’obiettivo di affermare a Gallico la propria leadership criminale conquistando spazi sempre più ampi, non esitando ad utilizzare le armi per gestire le estorsioni ad imprenditori e commercianti del posto.