Calcio. Plusvalenze Chievo, la sentenza slitta a domani: si va verso l’improcedibilità
Attesa per giovedì scorso, poi per venerdì, rimandata a lunedì ed in fine a questa mattina. Dopo cinque giorni già trascorsi bisognerà attenderne ancora un altro per sapere se la Sezione disciplinare del Tribunale nazionale della Figc, organo della giustizia del calcio italiano, colpirà o meno pesantemente il ChievoVerona.
Il caso riguarda le presunte “plusvalenze” e i giudici sportivi dovranno decidere se infliggere sì una pena ma che - secondo fonti bene informate - potrebbe essere, però, meno afflittiva di quella che si augurano invece in riva allo Jonio, dove una conferma delle richieste dalla Procura Federale, ovvero 15 punti di penalizzazione per i gialloblù da scontare nello scorso campionato, assicurerebbe l’immediata riammissione in serie A del Crotone.
Ma i rumors che arrivano direttamente dai palazzi che “contano”, sembrano sgonfiare le seppur giuste aspettative pitagoriche.
Indiscrezioni sollevano infatti, ed insistentemente, una possibile “improcedibilità” nei confronti del Chievo per un cosiddetto “vizio di forma”. La stessa società di Campedelli, nella sua difesa, d’altronde, aveva evidenziato una presunta violazione delle regole procedurali.
Tradotto, e come dicevamo in precedenza, una sentenza più “favorevole” per i veneti, che rimarrebbero in serie A a scapito dei sogni rossoblù.
Comunque sia, si dovrà attendere ancora 24 ore prima di conoscere la sentenza ufficiale: domattina i giudici sportivi metteranno finalmente la parola fine ad un caso che ha tenuto tutti gli interessati, tifosi e dirigenze veronesi e crotonesi, col fiato sospeso.
I CAPI D’ACCUSA
Le indagini sul caso Chievo sono iniziate già a febbraio scorso e poi sintetizzate, a giugno, in undici pagine del fascicolo aperto dalla Procura federale
Dopo il primo grado di giudizio le società potranno poi far ricorso alla Corte federale d’appello: tempi stretti, pertanto, se si tiene conto che il fischio d’inizio del campionato è fissato tra poco meno di un mesetto.
Ai gialloblù viene contestata la “violazione dell’obbligo di osservanza delle norme federali nonché dei doveri di lealtà, correttezza e probità di cui all’articolo 1 bis, comma 1 e dell’articolo 8 commi 1, 2 e 4 del Codice di giustizia sportiva, anche in relazione all’articolo 19 dello statuto federale”.
Inoltre, di aver contabilizzato nei bilanci dal 2014 al 2017 e nelle situazioni semestrali al 31 dicembre degli stessi anni delle plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni di euro ed immobilizzazioni immateriali di “valore superiore al massimo consentito dalle norme che regolano i bilanci delle società di capitali” (23.850.000 euro).
Secondo l’accusa lo scopo sarebbe stato quello di far apparire un patrimonio netto “superiore a quello realmente esistente alla fine di ciascun esercizio e di ciascun semestre, così da ottenere la licenza nazionale e l’iscrizione al campionato di Serie A delle stagioni 2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018 in assenza dei requisiti previsti dalla normativa federale”.
Per la difesa veronese, però, le valutazioni sui giocatori le farebbe il mercato. Quella delle plusvalenze, difatti, è una materia piuttosto “nebulosa” e “diffusa”: non esiste infatti un ente certificatore che stabilisca paletti o regole ben chiare da rispettare.
Insomma, un “pasticcio” mai regolamentato e dove a fare le regole sarebbe la sola legge della domanda e dell’offerta: ogni società può quotare dunque un calciatore con un determinato valore e se l’altra parte, ovvero l’ “acquirente” è d’accordo, il gioco è fatto. E alla via così …
CROTONE: FATTI GRAVI, NON FINISCA NEL NULLA PER UNA LEGGEREZZA
Intanto la società pitagorica fa sapere di attendere la decisione che il Tribunale Federale emetterà nelle prossime ore ribadendo nell’organo giurisdizionale la sua “massima fiducia”.
Non manca però una piccola “bordata” dell’Fc Crotone che in una nota sottolinea come “sarebbe davvero incredibile e singolare se, a fronte di fatti d’inusitata gravità da parte di una società già in passato ‘graziata’ attraverso l’istituto del patteggiamento, il tutto dovesse finire nel nulla in ragione di una leggerezza della Procura Federale e, dunque, di una poco accorta gestione di un’indagine densa d’implicazioni di entità davvero assai rilevanti”.
Sentenza favorevole o meno, la società pitagorica di certo non molla ribadendo che “andrà comunque fino in fondo nel tutelare i propri interessi in ogni sede consentita”.