Cadavere in auto a Cariati, lunedì l’udienza preliminare davanti al Gup di Castrovillari

Cosenza Cronaca

Il Console di Lettonia ha incontrato personalmente, nella Casa Circondariale di Castrovillari, l’Avvocato Francesco Nicoletti al quale ha formalmente e ufficialmente chiesto di assumere la difesa di Mihails Dimitriks, il cittadino lettone imputato dell’omicidio aggravato dell’ucraino un Yuriy Zinchenko, il cui cadavere era stato ritrovato - l’anno scorso – a Cariati all’interno del bagagliaio di un’autovettura (LEGGI).

Per lunedì prossimo, 13 agosto, è fissata l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale della città del Pollino. Intanto, il Console ha fatto pervenire al penalista una missiva con cui gli porge i più sentiti ringraziamenti per l’attività professionale che svolgerà per l’imputato, anche a nome del Console Generale in Roma e del Vice Capo Missione dell’Ambasciata di Lettonia della capitale, che curano il collegamento con i competenti Ministeri del loro Paese.

LE INDAGINI SULL’OMICIDIO

Il 3 settembre 2017, in località Vascellero a Cariati, i carabinieri avevano ritrovato nel vano portabagagli di una Opel Vectra il corpo senza vita di un uomo, avvolto in una coperta, dalla quale usciva solo una porzione di piede.

Il corpo fu identificato solo dopo il confronto delle impronte digitali post-mortem assunte in sede autoptica. La vittima, raggiunta da un colpo di arma da fuoco e da numerose ferite inferte con un’arma da taglio che gli avevano perforato cuore e polmone destro, era un soggetto noto alle Forze dell’Ordine, indagato per associazione a delinquere.

Nel corso dell’indagine, grazie anche alle informazioni acquisite da fonti confidenziali, vennero individuate le due utenze telefoniche utilizzate dalla vittima e, attraverso l’analisi dei tabulati, si riuscì ad identificare le utenze in uso a soggetti con cui Zinchenko avrebbe intrattenuto dei rapporti.

Sentite a sommarie informazioni alcune persone che avevano conosciuto la vittima, gli inquirenti delinearono anche l’ambito di affari in cui operava.

L’elemento più rilevante fu, poi, quello fornito da uno dei coimputati, Liudmyla Popova - arrestata insieme a Dimitriks e a Iana Koshova qualche giorno dopo (LEGGI) - che in primo momento fece perdere le proprie tracce e che, in seguito all’attivazione di un’utenza telefonica, venne rintracciata nella zona di Corigliano.

La donna, che alla vista dei carabinieri mostrò inizialmente un momento di sgomento, chiese di essere sentita alla presenza di un interprete, riferendo di aver assistito all’omicidio del compagno e accusando quale autore materiale il lettone insieme ad un altro uomo.

A sostegno della tesi accusatoria vi sono anche le immagini estrapolate dalle telecamere installate nell’abitazione della vittima, nelle quali si vede l’autovettura di Mihails Dimitriks che avrebbe fatto da “staffetta” alla Opel Vectra di Zinchenko, con all’interno il cadavere e le risultanze dei tabulati telefonici che evidenzierebbero diversi contatti tra i due; infine l’attività captativa ambientale da cui sarebbero emersi elementi estremamente rilevanti a carico dell’imputato.