Omicidio Francesco Rosso. Gli inquirenti: un agguato organizzato con cura
Un omicidio accuratamente premeditato, organizzato con cura e particolare attenzione. Diversi sopralluoghi eseguiti sul posto prima di entrare in azione, così da esser certi che non vi fossero - ad esempio - impianti di videosorveglianza attivi e che avrebbero potuto smascherarli.
Ma anche alibi costruiti per mettersi al sicuro e fare in modo di tirarsi fuori dalle indagini, che da subito e con attenzione i carabinieri avevano avviato per ricostruire l’esatta dinamica dell’omicidio di Francesco Rosso, il macellaio ammazzato nel suo locale a Simeri Crichi nell’aprile di tre anni fa (LEGGI).
Accortezze, a questo punto, inutili dato che gli investigatori sarebbero riusciti comunque a ricostruire la dinamica dell’assassinio, le fasi precedenti e fino al tragico epilogo, per poi far scattare le manette per le quattro persone che ritengono siano proprio i responsabili del fatto di sangue (LEGGI).
Stamani il blitz, eseguito tra il catanzarese, a Botricello, ed in Lombardia, a Lecco, che ha portato all’arresto di quello che è ritenuto il presunto esecutore materiale dell’omicidio, Danilo Monti, un 27enne originario di Cerva ma domiciliato nel capoluogo lombardo, e che si sarebbe avvalso del “concorso morale e materiale” di altre tre persone, di Botricello, Gregorio e Antonio Procopio (rispettivamente di 56 e 31 anni) e Vincenzo Sculco (30), che avrebbero avuto il compito di fare le ricognizioni sui luoghi.
Arrivare al loro arresto non è stato facile per i carabinieri di Sellia Marina e del capoluogo. Ai militari è toccato un lavoro complesso, certosino, che tra l’aprile del 2015 e il novembre del 2017, li ha costretti ad analizzare decine di riprese di impianti di videosorveglianza e centinaia di informazioni sul traffico telefonico e dati.
Un lavoro che però far ritenere di aver messo giù una minuziosa ricostruzione dei momenti immediatamente precedenti e successivi all’omicidio e così di aver identificato un “gruppo di fuoco” responsabile dell’accaduto.
Per gli investigatori non vi sarebbero dubbi sul coinvolgimento dei quattro, conclusione a cui sarebbero giunti dopo aver sommato le informazioni assunte nelle immediatezze dei fatti con la progressiva confutazione degli alibi che gli indagati si sarebbero creati.
I militari si dicono certi, pertanto, di aver acquisito diversi dati di fatto in tal senso, attraverso elementi tecnici come il tracciamento satellitare col Gps di un’auto utilizzata, ma anche verificando le celle di aggancio dei cellulari, i tabulati telefonici, immagini delle videosorveglianze e con attività di captazione.