Processo sulle faide in Lombardia, chiesti 9 ergastoli
Nove ergastoli. È questa la richiesta del procuratore generale Galileo Proietto ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Milano nell’ambito del processo di secondo grado scaturito dall’operazione “Bagliore” contro esponenti dei clan catanzaresi e vibonesi trapiantati in Lombardia.
Al centro del processo ci sono tre omicidi avvenuti tra il 2008 ed il 2009. Il più eclatante è quello del boss Carmelo Novella, ucciso nell’ambito di una faida interna scoppiata tra e cosche della ‘ndrangheta radicate nell’hinterland milanese.
Già nel 2013, con una storica sentenza che certificava la presenza della ‘ndrangheta al Nord, erano stati comminati 15 ergastoli a vario titolo per i tre omicidi (LEGGI) e, poi, nel giugno del 2015, in Appello erano, state confermate 13 condanne al carcere a vita.
Due anni fa la Cassazione annullò con rinvio l’ergastolo per sette imputati per l’omicidio del vibonese originario di Monterosso Calabro, Rocco Stagno, ucciso nel 2009 e il cui corpo non fu mai ritrovato.
La Procura generale ha chiesto ora la conferma della sentenza di primo grado e, in particolare, l’ergastolo per sei vibonesi che da anni vivono nel Nord Italia.
Si tratta dei fratelli Rocco e Francesco Cristello, rispettivamente 55 e 48 anni, originari di San Giovanni di Mileto; Massimo Zanchin, 43 anni, originario di Cessaniti; Claudio Formica, 54 anni di Mileto; Francesco Elia, 45 anni di Mileto; Leonardo Prestia, 45 anni di Cessaniti. Sono accusati in concorso tra di loro dell’omicidio Stagno.
Nel suo intervento il Pg ha fatto notare che la Cassazione ha chiesto solamente di colmare alcune lacune nelle motivazioni delle condanne e che non è in discussione, come sostengono invece le difese, la attendibilità del pentito Antonino Belnome che fece riemergere quei casi di ‘lupara bianca’. La sentenza è prevista per il 15 ottobre.