Droga e ‘ndrangheta in Lombardia: 14 arresti tra Milano, Como e Reggio Calabria
Quattro fratelli, tutti ritenuti legati alla famiglia di 'ndrangheta reggina dei Papalia-Barbaro, che avrebbero costituito ed organizzato un gruppo criminale che gestiva il traffico di droga e - utilizzando una rete di spacciatori di origine magrebina - anche la vendita al dettaglio della cocaina.
Questa la conclusione a cui sono arrivati gli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia lombarda che stamani hanno fatto scattare un’operazione nel corso della quale i carabinieri di Corsico hanno eseguito - tra Milano, Como e Reggio Calabria - un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattordici persone, dieci italiani e quattro marocchini, a cui il Gip del capoluogo meneghino contesta a vario titolo l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
IL CAPO DEI CAPI
A proposito dalla famiglia dei Barbaro, va ricordato come nemmeno due settimane fa proprio il tribunale di Milano ha condannato a 16 anni di carcere Rocco Barbaro, ritenuto il boss del narcotraffico tra Italia e Sudamerica, detto ‘U sparitu’, un soprannome che deriva dalla sua lunga latitanza, di quasi due anni, e arrestato a Platì, nel reggino, nel maggio del 2017 (LEGGI).
È lui infatti ad essere ritenuto il vero e proprio “capo dei capi” della ‘ndrangheta in Lombardia e, tra l’altro, figlio di Francesco, boss dell'omonima cosca, attualmente al carcere a vita per l'omicidio del brigadiere Antonino Marino, ammazzato a Bovalino nel 1990.
I "QUADRATO" DELLA DROGA
L’attività investigativa trae origine da servizi preventivi di controllo del territorio che hanno interessato l’area popolare denominata convenzionalmente “Quadrato”, che si trova tra le vie IV Novembre e Resistenza di Corsico, quartiere dove insistono numerosi esercizi commerciali gestiti da cittadini extracomunitari e in cui si ritrovano quotidianamente pregiudicati e assuntori di sostanze stupefacenti.
Gli elementi probatori acquisiti avrebbero permesso di accertare il reato associativo, con preciso organigramma e specifica suddivisione dei ruoli tra gli affiliati legati da un solido vincolo, volto alla gestione dell’intera filiera illegale del commercio di sostanze stupefacenti.
La “cupola” - composta dai fratelli Barbaro - avrebbe avuto particolare riguardo sulla gestione del rifornimento all’ingrosso, sull'individuazione di luoghi da adibire a deposito per lo stoccaggio temporaneo, sull’attività di lavorazione e taglio e avrebbe piazzato una rete di sub-spacciatori, di origine magrebina, per la vendita al dettaglio delle dosi attraverso.
Nel corso dell’indagine condotta dai militari del Nor tra l’ottobre del 2017 ed il giugno di quest’anno gli investigatori hanno registrato diverse intercettazioni telefoniche e ambientali, istallando anche delle telecamere nascoste e sono così giunti ad individuare e disarticolare il sodalizio criminale.
Per riscontrare le responsabilità penali dei coinvolti sono stati eseguiti quattro arresti in flagranza ed il sequestro di oltre 1 kg di cocaina e di 1,2 kg di hashish.
(Aggiornata alle 12:57)