Il Tornado di Hera Lacinia spegne il gas della Centrale Eni a Crotone: forniture nazionali a rischio?

Crotone Cronaca

Batte, Forte, Sempre? L’uragano è passato radente e tumultuoso sulla Centrale del Gas Eni di Crotone distruggendo non solo UniEuro. Dritto, preciso, implacabile, pochissimi secondi di furia incontenibile che hanno colpito in pieno uno degli impianti strategici della rete energetica nazionale, uno snodo fondamentale nella mappa dei metanodotti che solcano terre e mari del Mediterraneo italiano.


di Vito Barresi

Apparentemente i danni sembrano contenuti (le foto scattate mostrano diverse lamiere scoperchiate sull’impianto) ma nella fabbrica tecnici e maestranze sono tutti in stato d’allerta.

Anche se si attende la conferma dall’Eni se l’hub metanifero sia stato ufficialmente fermato, sebbene temporaneamente (i camini appaiono infatti inusualmente fermi anch’essi), potrebbe anche darsi che dal pomeriggio di questa ultima domenica di novembre, dalla Calabria non venga dunque distribuito e consegnato il non indifferente volume del 16 % di gas utile per integrare il fabbisogno energetico del Paese.

Un bisturi d’aria, gelido, ha tagliato con la potenza della fiamma ossidrica le lamiere, le ciminiere e le condutture di un impianto industriale strategico che si collega a bocca di pozza con una delle varie piattaforme Luna A, B, ecc. posizionate proprio a meno di cinquecento metri dalla riva del mare.

Siamo in Zona Industriale di Crotone, nel cratere di una bonifica che tarda a concludersi e a realizzarsi, delimitando enormemente le prospettive di sviluppo economico della città e di un’intera area socio economica e ambientale della Calabria.

Nella Centrale del Gas di Crotone, un’area sottoposta a regime minerario, i tecnici stanno già passando al setaccio le varie situazioni, prestando attenzione a rilevare oltre agli effetti del macro disastro anche le micro lesioni che potrebbero mettere in avaria una sofistica infrastruttura fisica di primo smistamento e stoccaggio che, come ogni autunno, viene sottoposta ad adeguate verifiche per il prevedibile aumento dei volumi di gas intermediati nella stagione più fredda dal Sud verso il Nord.

A Crotone gli insediamenti Eni, Jonica Gas e Syndial costituiscono il ‘retroterra’ meridionale e allo stesso tempo l’avamposto europeo sul fronte energetico mediterraneo, africano, balcanico e mediorientale, che permettono all’Italia di essere un vero e proprio “hub”, base di scambio per i mercati internazionali, europei in particolare, di approvvigionamento e di consumo.

Il Tornado di Hera Lacinia (LEGGI) dovrebbe così diventare anche una sveglia verso gli amministratori e la politica che sono stati fin qui, fin troppo disattenti alle problematiche di rischio e sicurezza drammaticamente poste da questo insediamento non solo alla città ma all’intero territorio.


ENI RASSICURA: NESSUN IMPATTO AMBIENTALE

L’Eni, tramite il suo responsabile comunicazione attività Upstream, ci ha informato nella tarda serata che nell’impianto crotonese non vi sono stati particolari danni a persone e strutture e che dunque - e fortunatamente, aggiungiamo - non si è verificato alcun impatto ambientale dopo il passaggio della tromba d’aria abbattutasi anche sulla centrale a gas della zona industriale pitagorica.