Scomparsa Maria Chindamo: a Limbadi un corteo per rompere il muro del silenzio
Un corteo per rompere il muro del silenzio sulla scomparsa di Maria Chindamo, la 44enne di Laureana di Borrello sparita nel nulla il 6 maggio del 2016.(LEGGI)
È questo l’obbiettivo del sit-in di protesta che si è svoto questa mattina in località “Montalto” di Limbadi, luogo in cui la donna è stata sequestrata e fatta sparire.
L’iniziativa è stata promossa dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e Libera Calabrian con il suo presidente don Ennio Stamile.
Gli stessi promotori sostengono che l’evento è nato: “per invitare tutti a non far cadere nell’oblio questa tragica vicenda e per chiedere con forza che le indagini proseguano per l’accertamento per l’accertamento dei fatti e per assicurare alla giustizia i colpevoli”.
“Per rompere il muro del silenzio e dell’omertà, per chiedere che vengano intensificate le indagini e per conoscere le facce di mandanti ed esecutori di questo orribile crimine”, ha detto il fratello della donna, Vincenzo Chindamo, che ha aggiunto: “Sono passati tre anni da quando mia sorella è sparita e per noi andare avanti è molto dura. Vogliamo ricordare mia sorella e sensibilizzare tutti contro il muro di omertà che è stato eretto attorno a questa vicenda”.
Toccanti le parole della figlia di Maria Chindamo, Federica, che ha ricordato anche il padre Ferdinando Punturiero, suicidatosi un anno prima della sparizione della moglie.
“Con la morte di mio padre e con la perdita anche di mia madre ci è caduto il mondo addosso. Non smetteremo mai di lottare per ottenere verità e giustizia”, ha detto la ragazza.
Alla manifestazione ha partecipato anche presidente della commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale, Arturo Bova, per il quale il caso della sparizione della Chindamo è “legato alla gestione dei terreni della donna ed è connotato da una chiara matrice mafiosa”.