L’Aspromonte come la Colombia: “fabbriche” di marijuana per inondare le piazze locali e laziali
La marijuana veniva prodotta in modo intensivo, industriale: vasti appezzamenti coltivati in modo organizzato, ben nascosti tra la vegetazione dell’impervia area aspromontana, attrezzati con tanto di sistemi di irrigazione e controllati giorno e notte da telecamere di sorveglianza.
È quanto hanno scoperto i carabinieri della città dello Stretto che stamani hanno fatto scattare un blitz tra Reggio Calabria, Roma e Latina, arrestando numerose persone - 28 in tutto di cui una rintracciata in Germania - accusate di associazione finalizzata alla produzione e al traffico illecito di stupefacente, porto abusivo di armi clandestine e ricettazione.
Fra i destinatari della misura cautelare anche un presunto esponente dei “Pelle-Vottari”, potente cosca della ‘ndrangheta di San Luca, cittadina in cui - secondo gli inquirenti - aveva proprio la sua base operativa la stessa organizzazione.
La “struttura”, dunque, produceva industrialmente la marijuana nelle sue piantagioni e poi ne curava anche il trasferimento e commercializzazione in alcune selezionate piazze di spaccio romane e pontine.