Esplosione bomba nel milanese: richiesta conferma di 6 condanne
Confermare sei condanne per gli altrettanti imputati coinvolti nell’esplosione di una bomba avvenuta il 10 ottobre 2017 a Pioltello, nell’hinterland di Milano, davanti alla porta di casa di un operaio ecuadoriano.
È quanto richiesto nel processo davanti alla terza sezione della Corte d’Appello dal sostituto pg di Milano Gaetano Santamaria Amato.
Dietro l’attentato ci sarebbe un prestito a tassi d’usura non restituito. Stando all’indagine, il giudice ha ritenuto che quell’attentato fu una reazione che ha avuto “una funzione per così dire ‘didascalica, educativa’ e di prestigio sul territorio in quanto esprime l’autorità dei componenti del gruppo, in senso ampio (…) un’autorità che deve essere ben percepita non solo dalla vittima, ma da tutti affinché non si permettano di ripetere simili comportamenti”.
Lo scorso dicembre, nel processo abbreviato di primo grado, il gup Guido Salvini aveva inflitto pene da 5 anni e due mesi a 9 anni e mezzo, la più alta per Roberto Manno, figlio del presunto boss della ‘Ndrangheta Francesco Manno.
Per il Giudice delle udienze preliminari, quella che doveva essere “riparata non è solo l’aspettativa economica ma l’affronto portato a persone anche molto giovani ma che, per la loro appartenenza familiare, dovevano essere rispettate”.
L’udienza è stata rinviata al prossimo 14 novembre, giorno in cui arriverà la sentenza.