Black Money. Appello conferma, niente associazione mafiosa per i “boss” Mancuso
La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro - presieduta dal giudice Annamaria Saullo - ha assolto dall’accusa di associazione mafiosa Antonio, Giovanni, Pantaleone (detto “Scarpuni”) e Giuseppe Mancuso, oltre a Leonardo Cuppari ed Agostino Papaianni, ritenuti esponenti di spicco del clan Mancuso di Limbadi, ed imputati nel processo scaturito dall’operazione antimafia denominata in codice “Black Money” (QUI).
Confermato dunque quanto sentenziato in primo grado, dinnanzi al Tribunale di Vibo, nel febbraio del 2017 (QUI). Se i giudici vibonesi avevano utilizzato la formula “il reato non sussiste”, quelli d’appello hanno ribadito l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.
Prosciolto dall’accusa di associazione mafiosa limitatamente al periodo tra il 2003 e il 2012 e per non aver commesso il fatto nel residuo periodo in contestazione per l’imprenditore Antonino Castagna.
Pena rideterminata a un anno di reclusione per Damian Fielek mentre è stato assolto, oltre che dal reato di associazione mafiosa, anche dalla tentata estorsione ad un imprenditore, Leonardo Cuppari.
I giudici hanno quindi dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Antonio Velardo per intervenuta prescrizione.
La DDA di Catanzaro - in primo grado - aveva presentato ricorso in appello riguardo ai sette imputati che in primo grado erano stati assolti dal reato di associazione mafiosa. Alcuni erano stati condannati per reati fini (estorsioni o usura).
Si tratta di Giovanni Mancuso (9 anni di reclusione per usura e 9.000 euro di ammenda); Agostino Papaianni (7 anni e 8 mesi di reclusione); Antonio Mancuso (5 anni di reclusione); Giuseppe Mancuso (1 anno e 6 mesi anni di reclusione); Leonardo Cuppari (5 anni di reclusione). Erano invece già stati assolti Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni” e Antonino Castagna.