Operazione Black Money 2: clan Mancuso, 38 arresti e sequestri nel vibonese
La Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza stanno eseguendo 38 arresti nella provincia di Vibo Valentia e sequestri di beni per un valore di decine di milioni di euro, a seguito di attività investigative coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
“Dalle indagini – affermano gli inquirenti - è emerso il pressoché totale controllo da parte della cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia) di rinomate strutture residenziali e turistiche della costa vibonese” e sarebbe stato accertato il riciclaggio dei capitali illeciti “in tal modo maturati – proseguono - con un sofisticato sistema fondato sul rientro di capitali attraverso lo sfruttamento dello scudo fiscale”.
I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza che si terrà alle 11 presso la Prefettura di Vibo Valentia.
h 15: 34 | Nelle prime ore di stamani, personale della Squadra Mobile, congiuntamente con il R.O.S. Carabinieri di Catanzaro ed il G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Catanzaro e di Trieste, ha notificato 38 ordinanze di custodia cautelare in carcere emessi dal G.I.P. Distrettuale, a carico di elementi inseriti nella cosca mafiosa “Mancuso” di Limbadi.
Il provvedimento cautelare ha trovato fondamento in un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e svolta dalla locale Squadra Mobile che ha consentito di accertare molteplici episodi di usura a carico di numerosi imprenditori della provincia di Vibo Valentia e Catanzaro ai quali venivano imposti tassi usurari calcolati all’incirca al 120% annuo a fronte di somme di danaro prestate in fase di difficoltà economiche delle attività di cui erano proprietari.
Le attività investigative hanno consentito di accertare che le somme di denaro date a prestito usurario costituivano reinvestimento di capitali riconducibili ad esponenti di spicco della famiglia Mancuso, nella persona di Giovanni Mancuso 72 anni, figura carismatica all’interno della omonima cosca; in alcune circostanze per la restituzione degli interessi non avevano avuto remore nel porre in essere gravi atti ritorsivi fino ad arrivare, in una circostanza, anche al sequestro della vittima oltre che alla minaccia della stessa con l’uso di armi.
Nell’ambito delle attività investigative sono state registrate modalità di forte intimidazione da parte degli indagati nei confronti delle vittime alle quali veniva spesso fatto presente che le somme di denaro prestate provenivano da esponenti della cosca Mancuso; evenienze quest’ultima che determinava la possibilità da parte dell’Autorità Giudiziaria di procedere all’emissione di provvedimenti di sequestro di beni immobili e di aziende a carico di alcuni associati.
Nel citato contesto investigativo assumeva particolare rilevanza la condotta illecita realizzata da Antonio Mancuso 75 anni, ritenuto capo indiscusso dell’omonima consorteria che nel periodo di detenzione agli arresti domiciliari provvedeva a gestire gli affari illeciti della cosca dalla sua abitazione, dando disposizioni sia agli accoliti sia ricevendo visite di imprenditori sottoposti.
I soggetti destinatari del provvedimento restrittivo notificato dalla Squadra Mobile di Catanzaro sono:
1) Antonio Mancuso 74enne nato a Limbadi, capo cosca;
2) Giovanni Mancuso, detto “Billy” 72enne nato a Limbadi, fratello di Antonio Mancuso 75 anni;
3) Orazio Cicerone, 39 anni, nipote del citato capo cosca Antonio Mancuso, 74 anni;
4) Fabio Costantino 33 anni;
5) Giuseppe Costantino 46enne nato a Nicotera;
6) Giovanni D’Aloi, 46enne nato a Nicotera, braccio armato dei fratelli Antonio e Giovanni Mancuso;
7) Damian Fialek Zbigniew 36enne nato in Polonia;
8) Antonio Pantano 56enne nato a San Calogero;
9) Francesco Tavella 44 anni nato a Vibo Valentia;
10) Antonino Castagna 62enne nato a Ionadi, imprenditore nel settore siderurgico;
11) Mario De Rito 38enne nato a Vibo Valentia, referente della cosca Mancuso per la zona di Ionadi;
12) Gaetano Muscia 48enne nato a Tropea, braccio operativo della consorteria Mancuso,
tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, sequestro di persona, nonché di reati in materia di armi.
Allo stato risulta irreperibile Mario De Rito, attivamente ricercato, già sottrattosi alla cattura all’atto dell’esecuzione del provvedimento di fermo.
Nel corso della perquisizione nell’abitazione di De Rito, finalizzata al rintraccio, il personale della Squadra Mobile ha scoperto un piccolo vano ricavato in una intercapedine all’interno della cucina utilizzato come nascondiglio utilizzato alla sottrazione di eventuali catture.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi da parte della Squadra Mobile di Catanzaro è avvenuta con l’ausilio di appartenenti al Servizio Centrale Operativo di Roma ed alla Squadra Mobile di Vibo Valentia.