Morto per un male incurabile il “boss” Pantaleone Mancuso
Pantaleone Mancuso, detto “Vetrinetta”, ritenuto il boss dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Limbadi, nel vibonese, è morto oggi, a 68 anni, nell'ospedale di Tolmezzo, in provincia di Udine.
Mancuso è deceduto per un male incurabile di cui era affetto da tempo. La salma dovrebbe rientrare in Calabria ma ancora si attendono le decisioni in merito alle modalità per i funerali.
Il 29 settembre scorso al presunto “capo” della cosca di Limbadi, il gip distrettuale di Catanzaro aveva respinto l'istanza di sostituzione della misura cautelare per motivi di salute, richiesta avanzata dai suoi legali.
Nel corso dell’ultima udienza del processo “Black money”, in cui Mancuso era imputato, era stata depositata la comunicazione inviata proprio dal carcere di Tolmezzo ed in cui i sanitari del penitenziario avevavo attestato la grave malattia che lo aveva colpito.
I giudici di Vibo avevano deciso di concedergli i domiciliari ma Mancuso non poté lasciare il carcere perché detenuto anche per un’indagine della Dda di Catanzaro, del 20 luglio scorso, su un presunto traffico di reperti archeologici.