‘Ndrangheta: negati gli arresti domiciliari al boss Mancuso
Il gip distrettuale di Catanzaro Carlo Saverio Ferraro ha respinto l'istanza di sostituzione della misura cautelare per motivi di salute avanzata dalla difesa di Pantaleone Mancuso, 68 anni, considerato il boss di Limbadi, nel Vibonese, detto "Vetrinetta".
Durante l'ultima udienza del processo Black money in cui è imputato Mancuso era stata depositata la comunicazione inviata dal carcere di Tolmezzo con cui i sanitari del penitenziario friulano attestavano la grave malattia che ha colpito il boss. I giudici avevano quindi deciso di concedere al boss i domiciliari.
Nonostante la decisione del Tribunale di Vibo, Mancuso non aveva comunque potuto lasciare il carcere perchè detenuto anche per l'indagine, coordinata dalla Dda di Catanzaro e scattata il 20 luglio scorso, sul traffico di reperti archeologici. L'avvocato difensore Leopoldo Marchese aveva quindi avanzato richiesta di sostituzione della misura cautelare al competente gip di Catanzaro. Dalla Dda era arrivato parere negativo alla scarcerazione del boss "Vetrinetta", se non dopo l'espletamento di una perizia.
Nei giorni scorsi il consulente nominato dal gip ha completato il suo lavoro. Oggi, infine, la decisione del giudice che ha negato gli arresti domiciliari ritenendo che le condizioni di Pantaleone Mancuso siano compatibili con la detenzione in una struttura ospedaliera. (AGI)