Avviso pubblico, 2019 anno con più scioglimenti di Comuni per mafia
Sono stati 21 gli enti locali sciolti per mafia, 26, invece, i decreti di proroga di precedenti scioglimenti. Sono i dati relativi agli Enti sciolti per mafia nel 2019 nel report di Avviso pubblico, per cui l’anno appena concluso può essere considerato l’anno peggiore.
Gli enti la cui gestione amministrativa, durante il 2019, è stata affidata ad una commissione straordinaria sono quelli di: Careri (Reggio Calabria; sciolto una prima volta nel 2012), Pachino (Siracusa), San Cataldo (Caltanissetta), Mistretta (Messina), Palizzi (Reggio Calabria), Stilo (Reggio Calabria), Arzano (Napoli; al terzo scioglimento, dopo quelli del 2008 e del 2015), San Cipirello (Palermo), Sinopoli (Reggio Calabria; già sciolto nel 1997), Torretta (Palermo; sottoposto a scioglimento nel 2005; archiviato nel 2014).
Ed ancora: Misterbianco (Catania; già tra i primi enti sciolti nel 1991), Cerignola (Foggia), Manfredonia (Foggia), Orta di Atella (Caserta; al secondo scioglimento, dopo quello del 2008), Africo (Reggio Calabria; giunto al terzo provvedimento dissolutorio, dopo quelli del 2003, successivamente annullato, e del 2014), Carmiano (Lecce), Mezzojuso (Palermo), San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), Scanzano Jonico (Matera), dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria (sciolta anche nel 2008) e dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
La maggior parte delle amministrazioni sciolte sono state registrate nel Meridione. Otto in Calabria, 7 in Sicilia, 3 in Puglia, 2 in Campania e 1 in Basilicata.