Tentò di ammazzare zio e cugino, convalidato il fermo: resta in carcere
Nella serata di ieri, venerdì 7 febbraio, si è tenuto il giudizio di convalida del fermo di Giancarlo Pane, accusato di tentato duplice omicidio: il fatto risale a martedì scorso quando nella piazzetta centrale di Belcastro - e secondo la ricostruzione dei carabinieri - avrebbe sparato con fucile da caccia, caricato a pallettoni, e a distanza ravvicinata, contro lo zio e il cugino (QUI).
Il Gip del Tribunale di Catanzaro, pronunciandosi sul provvedimento adottato nell’urgenza dai militari della Compagnia di Sellia Marina, non ha ravvisato elementi “concreti ed effettivi” che potessero giustificare la fuga di Pane.
Nel contempo, però, è stato evidenziato quello che vien definito dagli inquirenti come un “grave, univoco e concordante compendio indiziario” a carico dell’uomo, e la cui disamina è stata confermata non solo dal racconto delle stesse vittime ma anche dalle dichiarazioni rese nelle immediatezze da alcuni negozianti della zona e persone che sarebbero state presenti.
Dichiarazione, quest’ultime, che avrebbero chiarito ulteriormente la cornice entro cui si sarebbe svolto il fatto, che fortunatamente non ha avuto conseguenze peggiori solo grazie al fatto che zio e cugino sono riusciti a trovare riparo dietro ad una vettura e così scansando il fuoco, sebbene uno di loro sia stato ferito lievemente di striscio.
Le indagini si sono avvalse di una meticolosa ricostruzione delle dinamiche balistiche, che avrebbe fatto emergere come Pane abbia sparato ad altezza uomo. Gli investigatori, poi, hanno ascoltato alcune delle persone presenti alla scena, che hanno raccontato di minacce di morte da parte del fermato e che sarebbero state profferite prima dell’esplosione dei colpi. Infine, il referto del medico ha certificato la presenza di eritemi da polvere da sparo sui volti delle vittime.
Tutti elementi che non sono stati minimamente scalfiti da quanto dichiarato da Pane al giudice durante il giudizio. Inoltre, si è ritenuto che fosse troppo elevato il concreto pericolo di una reiterazione del reato, tenendo anche conto delle modalità dell’azione con gli spari avvenuti in un piazza pubblica, un un’arma oltretutto detenuta abusivamente, e che avrebbero potuto anche coinvolgere altre persone.
Sulla base di tutto questo per Pane si sono così aperte le porte dell’istituto penitenziario con la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.