Riapertura discariche con ordinanza notturna: reazioni
"Con l’ordinanza notturna 45 del 20 maggio 2020 della presidente Santelli, la discarica di Celico torna ad operare a pieno regime e in violazione delle prescrizioni imposte il 19/09/2017 dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria." - Lo si legge in una nota stampa del Comitato Ambientale Presila -
"Sino a pochi giorni fa la discarica di Celico, aperta perché ogni tentativo di giungere alla chiusura si è scontrato con leggi che tutelano il diritto d’impresa in contrasto con il diritto alla salute, accoglieva qualche tonnellata di rifiuto, prevalentemente scarti di carta e plastica, provenienti dalla regione Campania.
A seguito di indagini commissionate dalla Regione dal 2017 ad ARPA Piemonte, dalla quale emerse una concentrazione di odori non accettabile (tra 59 e 137 OUg/m3 percepita dal 90-95% della popolazione), il Dipartimento Ambiente della Regione imposte alla Mi.Ga. alcune prescrizioni tra le quali:
- “effettuare la coltivazione limitando l’apertura e la chiusura di una singola cella, anziché all’intera giornata, a qualche ora (max 3 ore), effettuando la immediata e necessaria copertura onde evitare la migrazione di potenziali emissioni odorigene”;
- “in relazione ai rifiuti contenenti sostanze organiche limitare il conferimento in discarica esclusivamente agli scarti di processo stabilizzati provenienti dalla fase di vagliatura finale del compost ovvero subordinare il conferimento alla verifica del IRD”.
L’imposizione delle prescrizioni e probabilmente la volontà dei Vrenna di riservarsi il volume residuo di abbanco della discarica, per sversare gli scarti di lavorazione dell’impianto di compostaggio, avevano indotto la ditta a non accettare i rifiuti pubblici regionali.
Da qualche giorno a Celico era iniziato il via vai di rifiuti prodotto dalla provincia di Catanzaro, guarda caso il cui ATO è diretto dall’ex direttore del Dipartimento Ambiente della Regione che ha rilasciato l’autorizzazione all’ultimo rinnovo dell’AIA a Mi.Ga.
Ieri sera in pieno new style la presidente della Regione ha tirato fuori dal cilindro una nuova ordinanza che prevede lo sversamento nella discarica di Celico di 300 tonnellate al giorno di rifiuti per 60 giorni.
300 tonnellate di rifiuti corrispondono a circa dieci autoarticolati al giorno che a causa delle limitazioni presenti sulla strada di accesso inevitabilmente porteranno alla violazione della prescrizione che impone lo sversamento per non più di 3 ore al giorno. Di questo se ne stanno accorgendo già i cittadini che da qualche giorno iniziano a sentire la fastidiosissima e pestilenziale puzza di rifiuti.
Premesso che la presidente Santelli è il vice sindaco uscente del comune più grande dell’ATO Cosenza che avrebbe dovuto individuare negli ultimi anni le soluzioni necessarie per non ricadere in una ennesima emergenza rifiuti, non può intervenire con soluzioni estemporanee non ritenendosi corresponsabile dell’immobilismo di un’intera classe politica facendo ricadere l’intera Presila in un nuovo incubo.
È evidente che in questo contesto favorevole Mi.Ga. tenterà il colpaccio richiedendo l’ampliamento della discarica prossima ad essere colma.
Per quanto sopra esposto:
- la cittadinanza è invitata a manifestare con ogni mezzo la contrarietà ad un provvedimento che viola le prescrizioni che avrebbero dovuto limitare i disagi per la popolazione;
- i movimenti, le forse politiche e le istituzioni locali si mobilitino per chiedere l’immediato ritiro dell’ordinanza o quanto meno la riduzione dei volumi giornalieri per rispettare almeno le prescrizioni del dipartimento ambiente;
- cittadini, movimenti, forze politiche e istituzioni locali mantengano alta la vigilanza per impedire che venga approvato un eventuale ampliamento della discarica."
La riapertura delle discariche su tutto il territorio regionale è un pessimo segnale che si dà ai territori, ai cittadini e al Paese che ci osserva. Anziché avviare, finalmente, una vera strategia di sostenibilità per i rifiuti prodotti in regione, si avviano riaperture scriteriate. Per utilizzare un’espressione tanto cara al centrodestra nazionale, il Governo regionale ha avuto l’ardire di agire col favore delle tenebre, per deliberare scelte che nessun cittadino calabrese può tollerare e condividere, eccetto gli speculatori cui nulla importa dell’ambiente e ancor meno delle ricadute sulla salute di tanti calabresi di queste scelte.
“La scelta della presidente Santelli mi sembra incomprensibile. - sottolinea Felice D’Alessandro, Sindaco di Rovito e consigliere provinciale di Cosenza - Poche settimane fa il suo assessore all’ambiente, Capitano Ultimo, aveva parlato di una Calabria pronta a diventare una riserva naturale, in cui sostenibilità e ambiente fossero al centro delle scelte politiche, oggi invece ci troviamo a parlare di riaperture di discariche e di conferimento di “tal quale”, come se i sistemi di raccolta differenziata, smistamento post raccolta e selezione dei rifiuti non esistessero e non stiano diventando sempre più efficienti e sostenibili laddove messi in azione.
Inoltre, vorrei sapere come sia possibile che la condizione di una discarica, chiusa perché poco sicura per la salute pubblica o perché arrivata al limite della sua capacità di stoccaggio in sicurezza, possa essere modificata con una firma, senza studi approfonditi, senza coinvolgere i territori, senza sentire alcun parere. Questa scelta della presidente Santelli mi sembra la tipica mossa di chi anziché pulire casa, butta la polvere sotto il tappeto sperando che gli ospiti non se ne accorgano.
Un atteggiamento gravissimo che la Calabria e i calabresi tutti non possono tollerare. Infine, due parole sull’impatto di questa scelta sulla comunità del mio comune e sulla Provincia di Cosenza: abbiamo già fermato il conferimento nell’impianto Miga una volta e credo che assieme agli altri sindaci faremo di tutto per fermarlo ancora una volta e per ottenere la completa chiusura di questo scempio ambientale; lo stesso si può dire dell’intero territorio provinciale che non può diventare la pattumiera della regione e dell’Italia.
Non è giusto far pagare a tutti i cittadini calabresi, con gravi ricadute sulla salute pubblica, il prezzo del soccorso a sindaci “amici” che non riescono a gestire la raccolta differenziata o a garantire accordi di raccolta e smaltimento validi. Mai mi sarei aspettato di vedere accadere in una notte una cosa simile, ma il 2020 purtroppo finora è stato foriero solo di pessime sorprese…
Vorrà dire che ancora una volta noi sindaci, che conosciamo le peculiarità del territorio e dobbiamo tutelare la salute dei nostri concittadini e l’ambiente dei nostri comuni, ci faremo portatori di proposte risolutive più sagge e compatibili con l’ambiente, che ad oggi, come emerge da più punti di osservazione, resta la ricchezza maggiore della Calabria per avviare un reale sviluppo economico, sociale, turistico e culturale. Nella nostra regione tutto parte dal territorio, dalle sue unicità e dalla biodiversità. Dobbiamo comprendere che dopo l’emergenza COVID19, tuttora in corso, bisognerà rimettere la salvaguardia dell’ambiente al centro delle nostre politiche in tutti i settori. Meglio farlo da subito, evitando disastri futuri causati da scelte miopi come quella appena effettuata dalla Regione Calabria.”
“Nella notte, una nuova Ordinanza della Regione Calabria cerca di alleviare in maniera temporanea la profonda crisi nella gestione dei rifiuti.
Sempre a tarda sera le nuove Ordinanze sono ormai un’abitudine! Immediatamente, a stretto giro, dopo un’ora il Comune di Castrovillari ha risposto inoltrando una nota a firma del Sindaco, al Presidente della Regione ed alla Procura di Castrovillari.
Da tempo il Comune è impegnato a chiudere la discarica per una tutela effettiva del distretto agroalimentare di Cammarata, con i fatti e non a parole.
Invece la Regione cosa dispone? Il conferimento per 20.000 tonnellate e la successiva chiusura.
Nel fare ciò, in primo luogo, chiarisce che con i rilievi fatti il Comune di Castrovillari aveva ragione, contrariamente a quanto da altri sostenuto, sulla capacità residua dell’impianto, omettendo però dati importanti, contestati nella nota inviata dall’Amministrazione comunale di Castrovillari.
In primo luogo la discarica è chiusa dal 2003 anche se questa Amministrazione ha effettuato i lavori di messa in sicurezza completati nel 2017.
Non esiste alcuna gestione dell’impianto: come si potrebbe riprendere il conferimento?
In secondo luogo la Regione Calabria ordina al Comune di Castrovillari la chiusura della stessa. Con quali risorse economiche? Non è che la volontà è di riprendere i conferimenti e poi si vedrà?
La priorità, invece, per noi è la chiusura. Ecco perché l’Amministrazione comunale di Castrovillari ha scritto provocatoriamente alla Regione invitandola a venire loro a gestire la discarica con la chiusura della stessa e la coltivazione successiva per la tutela dell’ambiente, sempre che l’Autorità giudiziaria fornisca l’autorizzazione. ”