La ‘ndrangheta e il controllo dello spaccio in Emilia e Toscana, arresti in cinque regione
La base logistico-operativa principale era a Bologna e una cellula distaccata era stata “posizionata” in un tranquillo paese della provincia fiorentina.
È quanto emerso nel corso della maxi operazione condotto dai carabinieri delle province di Bologna, Firenze, Reggio Calabria. Messina e Viterbo: un blitz coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia che ha colpito un’organizzazione composta da persone ritenute vicine ai clan della ‘ndrangheta calabrese, attivi nell’importazione di rilevanti quantitativi di droga provenienti dal Sudamerica e destinati alle piazze di spaccio emiliano-romagnole e toscane.
Sono nove le ordinanze di custodia cautelare eseguite dai miliari che stanno effettuando anche dodici perquisizioni in cinque diverse regioni.
Di fatto l’operazione – nello specifico condotta dal reparto operativo di Bologna – avrebbe disarticolato un’organizzazione dedita al traffico di droga e controllata dai calabresi.
Le indagini avrebbero consentito, tra l'altro, di documentare la struttura e gli assetti organizzativi interni del gruppo. Gli indagati, secondo la ricostruzione degli investigatori, utilizzavano i più moderni dispositivi di comunicazione, resi disponibili da contatti di matrice albanese. Tutti devono rispondere alle accuse di detenzione e spaccio di droga e di intestazione fittizia di beni.