Operazione “Perfido”: sigilli a società e immobili per un valore di 5mln di euro

Reggio Calabria Cronaca

Ammonta a 5 milioni di euro il totale dei beni sequestrati dalle Fiamme gialle di Trento nei confronti di 148 persone e società ritenute riconducibili alla ‘ndrangheta operativa in Trentino con ramificazioni economiche anche nelle province di Padova, Verona, Roma e Reggio Calabria.

Oltre 80 finanzieri hanno sequestrato aziende, immobili, automezzi, macchine da cantiere, attrezzature e conti correnti agli indagati dell’operazione Perfido (QUI).

Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza trentina hanno concluso le indagini sul patrimonio che gli indagati avrebbero accumulato illecitamente.

Le indagini, avviate nel 2018 su delega della Procura Distrettuale di Trento, avrebbero permesso di ricostruire le ramificazioni economiche della ‘ndrangheta insediatasi in provincia di Trento che, nel tempo, sarebbe riuscita ad infiltrarsi nell’economia legale, assumendo il controllo di alcune aziende operanti nel Distretto del porfido e delle pietre trentine, per poi estendere i propri interessi anche in altri settori, come il trasporto merci, il noleggio di macchine e attrezzature edili, fino ad arrivare all’allevamento di bestiame.

La Procura Distrettuale locale ha emesso provvedimenti di sequestro finalizzati a “congelare” tutti i beni, conti correnti, aziende ed immobili.

Oltre 40 finanzieri appartenenti al Gico del Nucleo P.E.F., con la collaborazione di altri 40 militari in forza allo Scico di Roma, al Gico del Nucleo P.E.F. di Reggio Calabria, Padova e Verona, hanno apposto i sigilli il ai beni ritenuti nella effettiva disponibilità degli arrestati, per un controvalore stimato in oltre 5 milioni di euro.

Si tratta di: 6 società con sedi in provincia di Trento, dedite alla lavorazione del porfido, al noleggio di macchine e attrezzature edili, nonché al trasporto di merci; 3 società con sedi in provincia di Verona, dedite alla lavorazione del porfido, al deposito merci e all’allevamento.

Inoltre, una società con sede a Padova, operante nel settore del trasporto merci; 4 con sedi a Roma, dedite ad attività nel settore immobiliare, ai lavori stradali e al trasporto merci; una in provincia di Reggio Calabria, dedita al commercio di prodotti sul web.

Ed ancora, 7 immobili a Roma; 18 automezzi, fra i quali due Range Rover Velar, un Range Rover Discovery, una Mercedes Classe C Coupè, un Nissan Navara, una BMW Z4, nonché altre utilitarie e furgoni; 6 macchine da cantiere (pale meccaniche, ruspe, escavatori e muletti) ed altre attrezzature; 18 conti correnti.

Contestualmente i militari della Sezione Anticrimine di Trento del Ros dell’Arma, hanno eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone (QUI), nonché 5 fermi di indiziato di delitto (QUI), insieme alla Polizia di Stato, di altrettanti indagati per associazione mafiosa sui quali sono state registrate, in fase di indagine, convergenze che hanno quindi portato al coordinamento investigativo, sotto l’egida della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, tra le Procure della Repubblica di Reggio Calabria e Trento.

La ricostruzione dei beni patrimoniali riconducibili ai membri di questa “organizzazione”, ai loro familiari e ai vari prestanome, per un totale di 148 tra persone fisiche e giuridiche, è stata condotta dai finanzieri trentini incrociando i dati emergenti dalle indagini di polizia giudiziaria eseguite dai carabinieri della locale Sezione Anticrimine; raccolti, per il periodo dal 2010 all’anno corrente, dalle performanti banche dati specialistiche in uso al Corpo, come Serpico (informazioni reddituali), Argo (informazioni societarie), Siva2 (informazioni sulle operazioni finanziarie sospette), CeTe (informazioni sulla disponibilità di beni di lusso), SDI (informazioni di polizia) e Siro3 (informazioni sulla c.o.), attraverso l’applicativo Molecola, data base investigativo sviluppato dalla Guardia di Finanza su input della D.N.A.A. (Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo), che consente di processare tutte le informazioni raccolte al fine di far emergere le incoerenze patrimoniali riferibili agli indagati.