Vibo Marina, catturato il latitante Rosario Pugliese. Era nascosto in una villa a Bivona
Era riuscito ad evitare l’arresto lo scorso 19 dicembre, quanto il maxi blitz delle forze dell’ordine diede il via all’operazione Rinascita Scott (QUI), ma a distanza di quasi un anno è stato individuato e catturato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo con il supporto dello squadrone cacciatori.
Così la lunga latitanza di Rosario Pugliese, alias Saro Cassarola, è terminata nella notte. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia in una palazzina di Bivona, frazione Marina di Vibo Valentia. Solo, senza armi e senza alcun apparecchio tra cellulari e pc, ma con una casa piena di cibo. Pugliese Aveva con sé solo del contante, duemila euro.
Il fatto che l’appartamento fosse rifornito di cibo e dotato di diversi comfort fa presupporre la presenza di una rete di fiancheggiatori che ha supportato la sua latitanza. I militari hanno trovato il nascondiglio di Pugliese dopo aver seguito la rete familiare e relazionale.
L’uomo, all’arrivo dei carabinieri, ha fatto scena muta mentre una volta arrivato a Vibo, al comando provinciale, ha ricevuto gli applausi dei parenti, circa una quarantina.
Pochi giorni fa era stato rinviato a giudizio (LEGGI) con l’accusa di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio e intestazione fittizia di beni.
Nel febbraio scorso, i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia avevano eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a carico di quattro persone coinvolte in due consistenti ritrovamenti di armi risalenti al 2019 ed al 6 febbraio scorso e già detenute per l'operazione "Rinascita-Scott", ritenuti appartenenti alla cosca "Pardea-Ranisi".
Le armi trovate, fucili automatici e pistole, oltre a munizioni e giubbotti anti-proiettili, secondo gli investigatori dovevano essere utilizzate per uccidere proprio Pugliese.
GRATTERI: “LATITANTI SOGGETTI PERICOLOSI”
Per il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, l’operazione di oggi è “importante”, dal momento che dimostrerebbe “come le forze dell’ordine non si fermano. Non è concepibile che su questo territorio ci possano essere latitanti importanti, significativi. Parliamo di promotori dell’associazione di stampo mafioso. Per noi era una priorità, in quanto i latitanti sono pericolosi”. Per il magistrato antimafia, si tratta di “soggetti fuori controllo che hanno bisogno di protezione e, per ottenere copertura, possono anche minacciare e vessare persone”. Non meno importante, poi, il fatto che “essere latitanti sul territorio è un’ulteriore forma di arroganza e di manifestazione del potere”.
“Si tratta di un duro colpo per la locale di Vibo – ha detto il capitano Alessandro Bui – e in particolare per la ‘ndrina dei Cassarola, che è la promanazione del potere mafioso dei Fortuna”.
Il lavoro delle forze dell’ordine adesso continuerà per ricostruire la rete dei favoreggiatori. Tra gli indagati nella maxi inchiesta Rinascita Scott rimangono adesso, ancora a piede libero, in cinque: Domenico Cracolici, Salvatore Morelli, Domenico Tomaino, Agostino Papaianni e Pasquale Bonavota.
(ultimo aggiornamento 16:18)