Omicidio ex carabiniere a Lamezia, Cassazione conferma 30 anni di reclusione per il mandante
Trenta anni di reclusione per Domenico Antonio Cannizzaro a capo dell’omonima cosca di Lamezia Terme. La Corte di Cassazione ha infatti confermato la condanna nei confronti dell’uomo accusato dell’omicidio del carabinieri in congedo Gennaro Ventura per vendicare l’arresto di un parente che la vittima aveva contribuito a far condannare.
Ventura è scomparso il 16 dicembre 1996, poi nel 2008 il suo corpo è stato ritrovato per caso in un casolare abbandonato in località Carrà-Volpe, alla periferia di Lamezia. Per 20 anni la morte del fotografo è stata un mistero poi nel 2015, a seguito del pentimento dell’esecutore materiale del delitto, Gennao Pulice, la vicenda è venuta alla luce.
Pulice, nel suo racconto, ha detto di aver agito per conto di Domenico Cannizzaro, per punire il carabinieri in congedo ritenuto responsabile di aver fatto arrestare Raffaele Rao, cugino di Cannizzaro.
Così per punire il fotografo, Pulice ha raccontato di avergli dato un appuntamento e una volta sul posto ha esploso due colpi di arma da fuoco, di cui uno alla testa. Pulice ha raccontato di aver nascosto il cadavere nel palmeto di un casale abbandonato, dove sono stati poi rinvenuti i resti.