Rinascita Scott, latitante nomina legale via lettera. Tribunale non ci crede e rigetta richiesta
È latitante dal 19 dicembre 2019, ma nonostante tutto avrebbe fatto recapitare al legale una lettera per chiedere di essere assistito nel processo Rinascita-Scott. Nella missiva Pasquale Bonavota, ritenuto massimo esponente dell’omonimo clan di Sant’Onofrio, avrebbe inoltre chiesto di essere sottoposto a riti alternativi.
Nell’udienza di oggi la legale, Tiziana Barillaro, ha fatto leggere la lettera con la nomina al Tribunale, discutendo poi sulla qualificazione giuridica dello stato di latitanza invitando il Tribunale ad “accertare la validità del decreto di latitanza di Bonavota e in caso non questa ci fosse dichiararne la nullità, anche di tutti gli atti processuali fin qui svolti, facendo così regredire il procedimento alla fase iniziale”.
Sulla seconda questione, quella cioè della latitanza semplice, Pasquale Bonavota è irreperibile dal 2018 (in occasione della sentenza del processo “Conquista”) e pertanto si ritiene di "presumere che il soggetto non sia a conoscenza degli atti del procedimento sino a prova contraria”.
Il pm della Dda, Andrea Mancuso, è intervenuto affermando che l’imputato “non poteva non sapere che l’ordinanza cautelare a suo carico non lo riguardasse” e che lo stesso fosse divenuto latitante dopo il pentimento di Andrea Mantella; sempre il pubblico ministero ha depositato, a supporto di quanto affermato, le varie trasmissioni relative ai decreti di ricerca di Bonavota e di ufficializzazione dello stato di latitanza datato 4 febbraio scorso.
Il Tribunale, dopo una camera di consiglio di 20 minuti, ha sciolto la riserva respingendo la richiesta avanzata dall’avvocato Barillaro rilevando, tra l’altro, che non è certa la volontà dell’imputato né la provenienza della lettera stessa missiva, disponendo, dunque, il procedersi oltre con l’udienza. Pertanto, ufficialmente Bonavota, resta attualmente difeso dall’avvocato d’ufficio.