Presunti brogli alle elezioni: ancora guai per Castorina e altri cinque indagati
Scatta un nuovo arresto per Antonio Castorina, il Consigliere Comunale di Reggio Calabria già finito ai domiciliari nel dicembre scorso (QUI) nell’ambito dell’inchiesta sui presunti brogli alle ultime consultazioni comunali, svoltesi nel capoluogo dello Stretto il 20 e 21 settembre del 2020.
In questo secondo troncone dell’inchiesta l’ordinanza cautelare ha colpito non solo l’ex componente del direttivo nazionale del Partito democratico ma anche altre cinque persone, quattro finite ai domiciliari e una sospesa solo dall’esercizio pubblico (QUI).
Secondo il Gip di Reggio Calabria, Stefania Rachele - che ha emesso l’ordinanza su richiesta dell’aggiunto Gerardo Dominijanni e dei sostituti Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo - farebbero tutti parte dell’entourage di Castorina, e gli si contesta a vario titolo l’alterazione del voto, la falsità ideologica in atto pubblico e l’abuso d’ufficio.
L’IPOTESI degli inquirenti è che abbiano aiutato il consigliere nel trovare le copie delle tessere elettorali che poi sarebbero state usate per far risultare il voto di anziani che, in realtà, non sarebbero mai andati alle urne.
Le investigazioni, difatti, hanno puntato sin dalla prima fase a dimostrare un presunto “sistema” - evidenziato dalla Digos - con cui si sarebbe fatta incetta di un considerevole numero di duplicati di tessere elettorali di soggetti particolarmente avanti negli anni, tra cui anche alcuni deceduti (QUI), e poi usati in alcuni seggi in cui sarebbero stati presenti degli operatori “compiacenti” nominati dal consigliere, anche senza che questi ne avesse il potere.
L'indagine di oggi è quindi il risultato dei riscontri alle dichiarazioni di Carmelo Giustra, il presidente di seggio arrestato assieme a Castorina nel dicembre dell’anno scorso, e fornite ai magistrati durante l’interrogatorio di garanzia prima e alla Procura dopo e più dettagliatamente.
Dichiarazioni in cui avrebbe spiegato la sua nomina a presidente di seggio ma anche di un vero e proprio accordo con Castorina che gli avrebbe consegnato la nomina nella sua segreteria qualche giorno prima delle elezioni comunali.
In base a quanto raccontato sempre da Giustra, una persona che questi avrebbe incontrato nella stessa segreteria gli avrebbe fornito una lista coi nomi degli anziani e i numeri dei duplicati delle rispettive tessere elettorali da inserire nel registro del seggio.
Le dichiarazioni, quindi, hanno ricostruito tutti i passaggi organizzativi della condotta contestatagli, che l’uomo ha ammesso, ricostruendo le vicende alla base dei fatti e che, secondo il procuratore capo Giovanni Bombardieri, consentirebbero di dire che i voti a Castorina “siano da collocare in un quadro più ampio”, riguardando specificatamente una “alterazione del voto … basata su una preparazione avvenuta molto prima”.
Giustra, inoltre, ha raccontato di aver preso parte ad una riunione precedente al voto, in cui sarebbe stato istruito su come dovesse avvenire il voto, istruzioni poi modificate in seguito al suo spostamento in un altro seggio.
In particolare, vi sarebbe stato infatti il tentativo di farlo destinare alla presidenza del seggio 172 ma nonostante l’intervento degli indagati di oggi e dello stesso Castorina, l’intento non sarebbe riuscito e l’uomo sarebbe stato assegnato invece al seggio 184.
Un fatto rilevante, secondo gli inquirenti, e che avrebbe dunque rese vane le precedenti istruzioni conferitegli sull’uso dei voti ritenuti “fasulli”, ora non più utilizzabili.
La mancata assegnazione, quindi, della presidenza avrebbe costretto Castorina a mettere in piedi un piano alternativo con il coinvolgimento di soggetti fidati ed efficaci, “ognuno per suo conto interprete di una o più mansioni assegnategli, secondo quello che è stato ricostruito come un meccanismo assai efficiente”.
Azioni e metodi che si sarebbero concretizzati attraverso “un’articolata tela di rapporti e amicizie di varia natura con i più disparati soggetti, talvolta sfruttando la loro indigenza, talaltra la loro dimensione postulante in ragione di eventuali ed indefiniti futuri favori da elargire”, sostengono ancora gli investigatori.
Alla fine vennero così fornite ulteriori “linee” su come avrebbero dovuto svolgersi le procedure, ovvero l’emissione di altri duplicati di tessere di ultra ottantenni da utilizzare, appunto, nel nuovo seggio.
Intanto si stanno svolgendo ulteriori accertamenti per approfondire la vicenda.
GLI INDAGATI
Nell’inchiesta oltre a Castorina - a cui si contestano ulteriori ipotesi di reati elettorali, nonché in concorso l’abuso d’ufficio e la falsità ideologica in atto pubblico - indagato in stato di libertà anche un assessore dell’attuale Giunta comunale: Demetrio Delfino, coinvolto nell’indagine come ex consigliere comunale e in relazione alla nomina di Castorina, nel 2018, come componente della commissione elettorale comunale.
Custodia cautelare, poi, per Giuseppe Saraceno, scrutatore e zio acquisito dell’esponente del Pd; Simone D’Ascola, Francesco Laganà, consigliere comunale di Calanna, e il giornalista Antonio Fortunato Morelli. Sospeso dall’esercizio del pubblico ufficio Antonino Covani, responsabile, all’epoca dei fatti, del Servizio Elettorale del Comune di Reggio Calabria e indagato per concorso in abuso d’ufficio e falsità ideologica in atto pubblico.
(aggiornata alle 12:55)