Stop alla sorveglianza per “Lupin”, ora s’attende la Cassazione sull’inchiesta “Piccoli Passi”
Revocata la sorveglianza speciale al pluripregiudicato rossanese Gabriele Eduardo Pometti, noto alle cronache come “Lupin”. È la decisone assunta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Cosenza, che ha accolto le richieste avanzate dal suo legale, l’avvocato Francesco Nicoletti.
La misura a suo carico era stata disposta, per la durata di tre anni, dopo la richiesta del Questore del capoluogo bruzio, sulla base di specifiche caratteristiche di Pometti, ritenuto appartenente alle categorie di persone “socialmente pericolose” per aver tenuto “una condotta di vita con spiccata proclività a delinquere, una tendenza a compiere atti che turbavano la serenità della collettività e un’indole prevaricatrice, sopraffattrice e refrattaria alle regole della legale convivenza”.
Si riteneva, inoltre, che lo stesso vivesse abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività criminali.
La sorveglianza speciale consiste nell'obbligo di evitare che determinati soggetti, sospettati di avere contatti con la criminalità organizzata o, comunque, di essere frequentatori abituali di persone o ambienti dove si è soliti delinquere, abbiano contatti con altri pregiudicati oppure frequentino questi locali, nella presunzione che questa situazione possa ledere all'ordine pubblico.
L'applicazione della misura comporta la revoca del passaporto e della patente di guida per tutta la sua durata (alla fine occorre richiedere un’autorizzazione per sostenere nuovamente gli esami di guida) e l'impossibilità di ottenere qualsiasi licenza di qualsiasi tipo o esercitare qualsiasi attività economica, essendo autorizzato solo il lavoro dipendente ed in ditte i cui titolari non siano pregiudicati e dove non siano presenti altri pregiudicati, oppure lavori autonomi che non prevedano l'iscrizione ad albi professionali.
Lupin, tra l’altro, è coinvolto nel processo “Piccoli Passi” (QUI) scaturito dall’omonima operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro (QUI) con l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti.
Relativamente a questo procedimento Pometti attende la nuova pronuncia della Corte di Cassazione. Dopo la condanna in primo grado a 8 anni, confermata in secondo grado, l’Avvocato Nicoletti aveva infatti avanzato ricorso dinanzi alla Suprema Corte che aveva annullato la condanna con rinvio per un nuovo esame dinanzi ad una diversa sezione della Corte di Appello di Catanzaro dove, all’esito del giudizio, Pometti era stato assolto. Da qui il ricorso della Procura Generale per cui è ora attesa la decisione degli Ermellini.