Inchiesta Propaggine, Cassazione annulla arresto sindaco di Cosoleto
Annullata dalla con rinvio l’ordinanza di custodia cautelare emessa a maggio scorso dal gip Angela Mennella, a carico di Antonino Gioffrè, ex sindaco di Cosoleto ed a cui la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria contesta il reato di scambio elettorale politico-mafioso. La decisione è stata assunta oggi dalla Corte di Cassazione.
Il primo cittadino era finito ai domiciliari, nel maggio scorso, nell’ambito dell’operazione Propaggine (QUI), eseguita dalla Dia di Roma e che ha portato all’arresto di 38 persone, decimando la cosca degli Alvaro-Perna (QUI).
A causa della stessa indagine, un mese fa il Consiglio dei Ministri aveva anche sciolto il Comune di Cosoleto per sospette infiltrazioni mafiose (QUI).
Secondo l’accusa, difatti, nel centro del reggino, le elezioni amministrative del giugno 2018 sarebbero state condizionate dal clan Alvaro in accordo con Gioffrè, allora sindaco uscente e poi nuovamente candidato venendo eletto.
Un impianto accusatorio contestato dai legali di quest’ultimo, gli avvocati Fortunato Schiava e Carlo Morace, per i quali la decisione assunta oggi dalla Suprema Corte, “rimette in discussione la gravità indiziaria e la configurabilità del reato” ascritto all’ex sindaco.
Temi, questi, sui quali il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria dovrà nuovamente pronunciarsi alla luce delle censure della Cassazione e dei rilievi difensivi. In attesa della nuova decisione del Tdl Gioffré resterà ai domiciliari.