Tentato omicidio dell’imprenditore Inzitari, in quattro finiscono in manette
Dalle prime ore di oggi i Carabinieri di Corigliano Rossano hanno eseguito tra le province di Brescia, Bologna e Viterbo, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta Dda locale, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, arrestando quattro persone, due delle quali sono finite in carcere (Francesco Candiloro, cl. 79 e Michelangelo Tripodi, cl 78) e altrettante ai domiciliari (Gianenrico Formosa, cl 71 e Antonio Domenico Scarcella, cl. 67)
A tutti e a vario titolo si contesta il tentato omicidio dell’imprenditore reggino Pasquale Inzitari, avvenuto la sera del 25 luglio del 2017, un agguato scongiurato solo da una serie di circostanze favorevoli.
Secondo quanto emerso dalle indagini, avviate nell’immediatezza, quella sera, nel piazzale del centro commerciale “I Portali” di Corigliano Rossano, un commando di professionisti, dopo aver effettuato dei sopralluoghi, avrebbe attuato un piano studiato nei dettagli per compiere l’attentato.
I killer avevano difatti atteso l’imprenditore all’esterno e una volta intercettato lo avevano seguito a bordo di un potente motociclo. In quel parcheggio avevano poi iniziato a sparare non riuscendo ad uccidere la vittima solo grazie alla sua pronta reazione, che gli consentì di rifugiarsi in un negozio.
Furono una serie i colpi esplosi all’indirizzo dell’uomo, tra la gente che in quella sera era nel piazzale condiviso tra le numerose attività del complesso commerciale.
Le indagini, riaperte e finalizzate negli ultimi mesi, mirano a dimostrare che la “spedizione” sia stata attuata dalla ‘ndrangheta, in particolare dalla cosca Crea di Rizziconi.
Tra i destinatari della misura di oggi, dunque, figurano anche Francesco Candiloro e Michelangelo Tripodi, già detenuti poiché arrestati nel mese di ottobre del 2021, nell’ambito delle indagini condotte sull’omicidio di Marcello Bruzzese, ucciso il 25 dicembre 2008 a Pesaro (QUI). In primo grado, per questo fatto, i due sono stati condannati all’ergastolo.
L’attività in questione, che ha consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento, è stata caratterizzata anche dal proficuo coordinamento investigativo attuato con la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, titolare di procedimenti relativi ad altri fatti che rientrano nei programmi della cosca della ‘ndrangheta dei Crea di Rizziconi (QUI).