Sit-in alla Next Elettronica, Sigle: istituzioni salvaguardino stabilimento e lavoratori
Fiom Cgil, Cgil Calabria e Camera del Lavoro di Cosenza chiedono l’intervento delle istituzioni e di tutte le forze politiche presenti sul territorio perché si trovino le necessarie risposte e soluzioni a salvaguardia di uno stabilimento di produzione che, fino a qualche anno fa, dava occupazione a quasi 100 lavoratori e che grazie alla determinazione dei suoi soci-fondatori, è diventato ormai esempio “nazionale” di vera resilienza.
Così, domani, martedì 16 gennaio dalle 9.30 davanti allo stabilimento di Mangone (Cosenza) si terrà un sit-in per salvare la cooperativa Next Elettronica nata quando, grazie al programma Workers BuyOut, gli ex dipendenti della fallita Freelink Italia insieme a C.F.I., LegaCoop e Coopfond, riavviarono l’impresa nella quale per molti anni hanno prestato servizio.
Purtroppo, dopo oltre tre anni dalla sua costituzione, la Cooperativa ha ottenuto finanziamenti dai “soci istituzionali” C.F.I. e Coopfond che, nell’insieme, non raggiungono neanche la metà dell’importo stimato all’origine.
Una condizione non avrebbe mai permesso alla Next di adeguare la sua struttura, gli impianti di produzione ed i software gestionali verso le più moderne tecnologie; senza tali adeguamenti non sarebbe stato quindi possibile mantenere le necessarie certificazioni di qualità (come la ISO9001) o acquisirne nuove espressamente richieste dai clienti (come l’Automotive) per operare in un mercato ad altissima tecnologia che di fatto ne esclude le aziende sprovviste.
Come sostengono le sigle sindacali, la poche commesse ottenute rispetto a quelle inizialmente previste dal mondo cooperativo avrebbero delle perdite nei primi bilanci d’esercizio e, sebbene si sia comunque tentato d’avviare alcune collaborazioni con primarie aziende del settore, senza i necessari finanziamenti, ogni sforzo tentato dai soci-lavoratori sarebbe stato puntualmente vanificato.
Nonostante questi sacrifici, malgrado le rassicurazioni date dai Soci “Istituzionali” (C.F.I. e Coopfond) e da LegaCoop, sul tavolo istituzionale che la Regione Calabria ha convocato su richiesta della Fiom Cgil, ancora oggi, gli stessi soci “istituzionali” si dicono impossibilitati ad intervenire con ulteriori finanziamenti senza le necessarie garanzie, commesse o partnership con altre aziende.
Ogni tentativo di ripartenza richiede un impegno economico importante che i soci/lavoratori, ovviamente, non potranno mai sostenere da soli provenendo da un lunghissimo periodo di crisi, avuto inizio nel lontano 2019 con la chiusura per fallimento della Freelink Italia.
A complicare ulteriormente il quadro generale della situazione, si aggiunge una recente azione della Società Finanziaria proprietaria dell’immobile che, a causa del ritardo nel pagamento di alcuni canoni di leaseback, nei giorni scorsi ha avviato una procedura che, se non interrotta, rischia di costringere la Cooperativa a lasciare il sito di produzione entro pochi giorni.