Preso in Sudamerica il latitante Leonardo Ferro: “tradito” da una telefonata della moglie
È stato fermato ed arrestato lo scorso 17 gennaio mentre camminava per le strade di Santiago de Los Caballeros, popolosa città della Repubblica Dominicana, il latitante Leonardo Ferro, coinvolto in una serie di operazioni antimafia incentrate al contrasto dello spaccio di stupefacenti e del narcotraffico.
Ferro, già segnalato con un Red Notice dell’Interpol, era ampiamente ricercato in tutto il Sud America dall'Unità I-Can, che dal settembre scorso ha ristretto il campo sulla Repubblica Dominicana dopo precedenti “tracce” tra Colombia, Brasile, Panama e Venezuela.
Al momento, sull’arrestato pendono tre differenti ordinande in carcere emesse dai tribunali di Reggio Calabria, Firenze e Catanzaro (rispettivamente del 6 giugno 2019, del 4 marzo 2021 e del 15 aprile 2021), proprio con l’accusa di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.
Le indagini da cui sono scaturite le tre misure cautelari, hanno documentato la presenza di un’organizzazione criminale in grado di rifornirsi di ingentissimi quantitativi di cocaina tramite alcuni trafficanti calabresi legati alla ‘ndrangheta.
Già noto per il suo coinvolgimento nel narcotraffico di cocaina, Ferro è infatti ritenuto intraneo al clan Gallace di Guardavalle, ed avrebbe gestito proficui rapporti di lavoro con altri narcotrafficanti calabresi.
Le attenzioni dell'Interpol sulla città di Santiago de Los Caballeros si sono rafforzate dopo un'intercettazione telefonica della moglie del latitante, durante la quale ha spiegato di aver accompagnato una delle loro figlie, la primogenita, in una scuola del posto, la “Peldaños”.
È stato così disposto un servizio ad hoc che, il 17 gennaio scorso, ha permesso di individuare e catturare il latitante, sebbene la notizia è stata resa noto solo oggi.
L’attuale arresto è scaturito su attivazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bologna che ha analizzato e veicolato preziosissime informazioni fornite dall’Analysis Project Itoc dell’Europol, successivamente sviluppate dall’Unità I-Can.