‘Ndrangheta, “Anaconda”: 1 assoluzione, 3 sconti pena e 16 conferme
Un'assoluzione, tre sconti di pena, e la conferma del primo grado per altre sedici persone. Si e' concluso cosi', oggi, il giudizio di secondo grado per venti persone coinvolte nell'operazione antimafia battezzata "Anaconda", condotta dalla Procura di Cosenza e dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro contro presunti affiliati al clan Cicero. La Corte d'appello di Catanzaro, con sentenza emessa questo pomeriggio, ha assolto Raffaello Morabito, che in primo grado era stato condannato a un anno di reclusione; ed inoltre ha rideterminato le condanne di Roberto Porcaro, la cui pena passa da un anno e 3 mesi di reclusione a un anno, 2 mesi e 20 giorni; Francesco Brunetti, la cui pena passa da 8 anni a 6 anni e 4 mesi; e Giuseppe Tripodi, la cui pena passa da 10 mesi ad 8 mesi. Per il resto i giudici (presidente Palma Talerico, consiglieri Donatella Garcea e Alessandro Bravin) hanno confermato la pronuncia di primo grado emessa il 19 novembre 2009 dal giudice dell'udienza preliminare distrettuale Abigail Mellace, al termine dei venti giudizi abbreviati chiesti dagli imputati. Il giudice quel giorno scagiono' da tutte le accuse: Giovanni Bassi, Antonio Intrieri, Alfonsino Falbo, Adele Nappo, Claudio Castiglia, Santo Loria. Furono invece condannati - ma contestualmente assolti per parte delle accuse - : Gianfranco Sganga, condannato a 8 anni di reclusione; Lorenzo Lucchetta, a 8 anni e 4 mesi; Pietro De Mari, a 8 anni; Gianpiero Castiglia, a 8 anni; Giuseppe Caputo, a 6 anni; Massimo Carelli, a 5 anni; Fausto Sposato, a 5 anni; Gianluca Fantasia, a 2 anni; Massimo Donato, a 1 anno; Egidio Mazziotti, a 6 mesi. Erano costituite parte civile la Regione Calabria (rappresentata dagli avvocati Antonella Canino e Pietro Legnetti) - cui e' gia' stato riconosciuto un risarcimento da 80.000 euro -, la "Milano assicurazioni" (costituita con gli avvocati Enzo Logiudice ed Armando Sabato) e la "Groupama assicurazioni" (costituita con l'avvocato Ester Siracusa) - cui sono state riconosciute provvisionali rispettivamente da 10.800 euro per la prima e da 2.200 euro per la seconda -. Hanno impugnato quella prima sentenza i difensori di tutti i condannati (tra gli avvocati impegnati Rossana Cribari, Concetta Santo, Marcello Manna, Paolo Pisani, Luca Muglia, Luca Acciardi, Luigi Gullo, Pino Perri, Antonio Ingrosso, Vittorio Bossio, Nicola Rendace), ma anche l'Ufficio di procura sia rispetto a tutti gli assolti, che ai condannati, per i quali ha chiesto l'inasprimento delle pene. Lo scorso febbraio, infatti, al termine della requisitoria il sostituto procuratore generale Marisa Manzini aveva sollecitato i giudici ad infliggere venti condanne a pene comprese tra dieci e quindici anni di carcere. L'operazione "Anaconda" scatto' a novembre 2008, ad opera dei Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, per l'esecuzione di 32 fermi a carico di altrettante persone, residenti a Cosenza, Mendicino e Castrolibero, presunti affiliati al clan che secondo le accuse avrebbe letteralmente "stritolato" l'economia locale nella morsa dell'usura. Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, usura, detenzione illegale di armi, spaccio di sostanze stupefacenti e riciclaggio le accuse complessivamente contestate nell'inchiesta, con cui gli investigatori ritennero di aver fatto luce anche sull'omicidio di Angelo Cerminara. Lo stesso gup Mellace il 22 maggio 2009 rinvio' tre imputati a giudizio davanti dalla Corte d'assise di Cosenza per la specifica accusa dell'omicidio di Cerminara, scomparso il 4 ottobre del 2006, ed il cui cadavere non e' mai stato trovato. Si trattava di Domenico Cicero, 51 anni, detto "Micuzzo", ritenuto a capo del sodalizio e mandante del delitto, e poi Vincenzo Candreva, 45 anni, e Riccardo Greco, 50 - suicidatosi nel carcere di Rebibbia - presunti esecutori materiali. Il 7 maggio, pero', i tre uomini sono stati assolti per non aver commesso il fatto.