Scioglimento Tropea, Sindaco insiste: “abbiamo sbalordito l’Italia, difendiamoci con orgoglio”
“Mai come in questo momento Tropea e tutto ciò che essa significa e rappresenta, ha bisogno di voi, del vostro sostegno e del vostro orgoglio. Quello che abbiamo costruito e raccontato in questi anni non è stato affatto un miracolo, non ci è stato regalato o concesso da altri: abbiamo fatto tutto da soli, perché ci abbiamo creduto, ci siamo organizzati e non abbiamo perso un’occasione”.
Torna a parlare il sindaco della cittadina turistica del Tirreno, Giovanni Macrì, dopo che il Consiglio dei Ministri ne ha sciolto il Consiglio Comunale (QUI).
Il primo cittadino, che già nell’immediatezza dei fatti aveva affidato le sue impressioni allo stampa (QUI), insiste nel difendere l’operato della sua amministrazione, che a suo dire sarebbe stata capace non solo di “risanare degrado, abbandono, isolamento e debiti” ma anche “di produrre reddito e benessere direttamente dall’industria turistica”.
“Abbiamo dimostrato - sbotta Macrì - cosa significa e perché serve governare la bellezza, per la qualità della vita di tutti, residenti e ospiti. Abbiamo promosso e posizionato Tropea come destinazione turistico-esperienziale, ricercata e visitata in tutti i mesi dell’anno, in tutti i continenti, rendendola attrattiva assieme a tutta la Costa degli Dei e come mai accaduto prima, a target ed investitori importanti”.
Per il sindaco, poi, con Tropea anche la Calabria sarebbe entrata nell’opinione pubblica mondiale con un’altra faccia: “nuova, bella, pulita, capace, produttiva, competitiva e leader”.
“Per questo motivo - aggiunge - abbiamo letteralmente sbalordito l’Italia intera, per la nostra determinazione nonostante tutto e tutti, per le nostre capacità di guardare oltre i confini regionali e nazionali, per la nostra visione e prospettiva, ma soprattutto per la dignità che abbiamo tirato fuori, difeso, voluto e saputo mettere al centro di tutte le nostre iniziative, condividendola col destino e la voglia di riscatto finalmente riesplosa di tutti i calabresi”.
Un insieme di risultati, ribadisce ancora il sindaco, ottenuto “a testa alta e senza alcun complesso di inferiorità, dal cuore del Sud e da quella che resta l’ultima regione del Paese”.
Da qui l’appello ai suoi concittadini ad uno scatto d’orgoglio e alla dignità “perché - afferma - ho bisogno anche io del vostro affetto, della vostra vicinanza e soprattutto della vostra onestà intellettuale”.
“Ne ho bisogno - puntualizza ancora il primo cittadino - per trarne la forza e l’energia positiva indispensabile per superare anche questa che non deve essere vissuta come l’ennesima, assurda parentesi ed intollerabile sospensione della democrazia alla quale dover abituarci da calabresi e meridionali, ma che dobbiamo invece ingaggiare, vivere e vincere come una battaglia epocale per la libertà, per il diritto e per lo sviluppo della nostra terra. Perché indietro non si può tornare. Non vogliamo tornare”.
Ed in questo momento storico per Macrì non può bastare soltanto l’affetto, la stima e l’entusiasmo dei tantissimi che fino ad oggi gli sono stati vicino: “Serve altro e serve di più. Serve adesso anche e soprattutto la vicinanza di quanti pur avendomi sostenuto all’inizio hanno poi deciso di allontanarsi o di prendere le distanze, contestandomi atteggiamenti e metodi che forse solo oggi, alla luce degli appetiti e delle mani che stanno per riemergere su una Tropea senza governo e senza controllo, potrebbero e dovrebbero essere compresi meglio di prima”.
A tutti loro dice il sindaco, chiede aiuto per smontare quelli che definisce come “gli effetti perversi di quanto è stato ordito contro gli straordinari risultati ottenuti da Tropea in questi cinque anni”, un danno che secondo il primo cittadino sarebbe stato “preparato per tempo ma che si consuma oggi anche grazie purtroppo al silenzio ed all’indifferenza di quanti, in buona o cattiva fede, in tante occasioni avrebbero potuto e dovuto difenderci”.
“Le cose importanti, la nostra terra, il futuro che siamo riusciti a prendere nelle nostre mani - continua Macrì - devono essere difese senza se e senza ma, anche e soprattutto perché nessuno, non certo lo Stato pagherà i danni ed i fallimenti certi che deriveranno dall’assenza totale di controllo, governo, progetto e legalità che potrebbe derivare, così come tante volte è capitato, da una delle tante, troppe fallimentari gestioni commissariali che in oltre 30 anni di dannosi scioglimenti dei consigli comunali per presunte infiltrazioni mafiose hanno soltanto lasciato macerie”.
“Ed allora alla mia terra ed alla Tropea dico che vinceremo insieme, se insieme capiamo adesso che non ci sono distinzioni da fare e tempo da perdere”, conclude Macrì.